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Apoteosi Ducati

Dopo Pecco, anche Alvaro. Se in Cina il 2022 è l’anno della Tigre, in tutto il mondo si celebra l’anno della Ducati. Non paghi dello straordinario successo di Francesco Bagnaia in MotoGP, l’azienda di Borgo Panigale ha conquistato anche il titolo piloti delle derivate di serie. A firmare l’impresa, che mancava dal 2011, quando a trionfare fu a sorpresa Carlos Checa, ci ha pensato il figliol prodigo Alvaro Bautista, tornato in Rosso dopo la sfortunata parentesi in Honda (tre podi in due stagioni). L’ex iridato della 125 del 2006 (e 16 affermazioni nel Motomondiale, equamente divise tra 125 e 250), ha costruito mattone dopo mattone un successo che in un colpo solo cancella un decennio di delusioni. Ci avevano provato Davies, Melandri, Redding e lo stesso Bautista, invano. Ci è riuscito lo spagnolo, al secondo tentativo dopo il titolo sfiorato nel 2019 (Johnny Rea gli recuperò tutto il vantaggio accumulato nella prima parte della stagione). 

Per il quasi 38enne è stata una cavalcata trionfale, durante la quale ha dovuto vincere le resistenze di due mastini come Rea e Toprak Razgatliuoglu. Soprattutto il turco, campione del mondo in carica, gli ha dato del filo da torcere, provando ad allungare la sfida fino all’ultimo round, in programma in Australia. Il pilota della Yahama ha vinto le tre gare disputate nel week-end in Indonesia. Ma a Batuista è stato sufficiente il secondo posto in gara-2 per chiudere i conti e dare il via alla festa. 

Ripercorriamo il fine settimana appena trascorso.

Gara-1

La gara del sabato è domina dal poleman Toprak Razgatlioglu dall’inizio al traguardo. Secondo classificato lo spagnolo della Ducati, Alvaro Bautista, e terzo posto per il sei volte campione del mondo Jonathan Rea. Il turco ottiene così il suo 28° successo nel Mondiale Superbike con Yamaha, un altro record personale (che aggiornerà nel corso del week-end).

Superpole race

Razgatlioglu scatta dalla pole e riesce a tenere la posizione nei primi due giri ma nel corso del terzo Rea riesce a superarlo. Il turco della Yamaha resta comunque vicinissimo al sei volte campione mentre alle loro spalle è lotta per il terzo posto tra Andrea Locatelli e  Bautista. Razgatlioglu riesce a riconquistare la testa della corsa al sesto passaggio e la tiene fino alla bandiera a scacchi. Secondo posto per Rea, terzo per Locatelli. Giù dal podio, in quarta posizione, il leader Bautista. Axel Bassani (Motocorsa Racing) su Ducati, con il quinto posto in gara, è il miglior pilota dell’anno tra quelli dei team privati.

Gara-2

Ancora una volta il quartetto di testa composto da Rea, Razgatlioglu, Locatelli e Bautista fa gara a sé rispetto al resto del gruppo. Rea prende subito il comando della corsa ai danni del poleman Razgatlioglu mentre nel corso del quarto giro Bautista dalla quarta posizione riesce a superare Locatelli e a portarsi virtualmente sul podio. Nel frattempo anche Bassani ha la meglio su Locatelli e si accoda al terzetto di testa. Al sesto passaggio Razgatlioglu torna in testa alla corsa. Nel giro successivo Rea viene superato anche da Bautista. Ed è così che inizia uno dei duelli più belli della stagione con Razgatlioglu e Bautista che danno vita a una serie di sorpassi per il primo posto. Alla fine ad avere la meglio sarà Toprak ma a Bautista basta il secondo posto per laurearsi campione. Terzo gradino del podio per Jonathan Rea.

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