Ha vinto il Mondiale nonostante abbia corso sei gare in meno, rifilando 43 punti a Nicolò Bulega, l’ultimo ad arrendersi. Il secondo titolo in carriera di Toprak Razgatlioglu è stato un viaggio sulle montagne russe: il turco ha dominato la stagione in sella alla sua BMW, ma nel finale di campionato ha dovuto lottare contro un avversario in più: il dolore. A Magny Cours, sede del quintultimo round del Mondiale 2024, il fenomeno di Alanya si è procurato un infortunio che avrebbe potuto avere conseguenze ancora più tremende. Rialzatosi sulle sue gambe, ha dovuto stare a riposo per due interi round (Francia e Cremona) prima di rientrare ad Aragon per difendere la leadership dagli attacchi dei ducatisti. Limitati i danni con tre secondi posti, all’Estoril Toprak è tornato alla vittoria, sigillando il titolo, che ha poi conquistato aritmeticamente una settimana fa a Jerez, sede dell’ultimo round iridato. Per lui e la BMW è stato un tripudio.
Una su due
Ma ripercorriamo la stagione 2024 snocciolando qualche numero. Razgatliouglu, che ha fatto sapere di voler appicciare il numero 1 sulla carena nella prossima stagione per omaggiare la Casa tedesca, ha vinto 18 delle 36 gare disputate, esattamente la metà (ma ne ha saltate sei). In altre nove occasioni è salito sul podio, per un totale di 27 top-3 in 12 appuntamenti. Per il turco anche sei superpole, che portano il totale a 18 partenze al palo in Superbike. Le vittorie complessive, invece, sono ben 57 e i podi addirittura 142. Numeri da fenomeno.
Rookie meraviglia
Cifre importanti anche per Nicolò Bulega, rookie della categoria ma capace di restare in gioco per il titolo fino all’ultimo appuntamento. Il romagnolo ha ottenuto sei vittorie e 24 podi complessivi, oltre a quattro pole position. Per lui il titolo di vicecampione del mondo nell’anno dell’esordio fra i “grandi”. Niente male, soprattutto perché ha battuto nettamente il due volte iridato Alvaro Bautista, suo compagno nel team Ducati Aruba. Per lo spagnolo 4 vittorie più altri 14 podi, che portano il totale a 63 successi e 107 piazzamenti fra i primi tre. Le superpole restano 10.
L’eroe dei due mondi
Uno dei grandi protagonisti della stagione fra le derivate di serie è stato Danilo Petrucci. L’eroe dei due mondi, come è stato soprannominato per la versatilità nell’adattarsi a moto e categorie diverse, ha vinto il titolo tra i “piloti indipendenti”, cioè tra quelli che corrono per team privati. Con la sua Ducati del team Barni è arrivato quinto nel Mondiale grazie alla clamorosa tripletta di Cremona e ad altri sette podi, che hanno portato il totale in doppia cifra: 10. Il ternano ha fallito l’assalto al quarto posto finale, che Alex Lowes è riuscito a difendere fino all’ultima bandiera a scacchi. Per l’inglese due vittorie e 12 podi quest’anno (4 e 46 il totale).
Passo indietro Loca
Stagione in chiaroscuro per Andrea Locatelli, pilota di punta della Yahama. Il bergamasco ha scalato il podio in quattro occasioni, aggiornando il numero di top-3 a 18. Andrea non è ancora riuscito a rompere il ghiaccio con la vittoria. Il suo nuovo compagno di squadra Jonathan Rea è incappato nella stagione più maledetta della sua carriera. Si presentava con 119 vittorie, 263 podi e 43 superpole, ma è riuscito a ottenere solo un podio e una pole in più. Una vittoria e due podi per Michael Van der Mark, su BMW. Un podio per Remy Gardner con la Yamaha (il primo della sua carriera in SBK) e due per Garrett Gerloff (BM): l’americano porta il totale a 8 podi (più una pole position). Un podio anche per Lecuona, che ha spezzato la maledizione che voleva la Honda fuori dai primi tre da tanto, troppo tempo.
Mentre scriviamo è già 2025, perché sono in corso a Jerez i test post season, con tanti piloti che hanno cambiato team o Casa e che stanno provando le nuove moto.