Paperi e motori, gioie e parodie meravigliose
La Formula 1 è da sempre una fonte di ispirazione per gli autori e i disegnatori Disney. Il capolavoro è certamente “Zio Paperone e l’avventura in Formula 1”, pubblicata sui numeri 1501 e 1502 di “Topolino” formato libretto. Fu scritta da Giorgio Pezzin e magistralmente disegnata da Giorgio Cavazzano. Ma già sei anni prima, sul numero 1197 del fumetto, lo stesso Cavazzano aveva inchiostrato sulle tavole una storia ideata e sceneggiata da Gian Giacomo Dalmasso: “Paperino e la Formula 1”.
Siamo nel 1978 e all’epoca il pilota più popolare è l’austriaco Niki Lauda, laureatosi campione del mondo l’anno prima con la Ferrari. Lauda è l’unico pilota reale citato (ma non disegnato) nella storia. Ovviamente il suo nome viene caricaturizzato, in perfetto stile Disney: nel racconto si chiama Kili Kauda e guida la Rocker, la monoposto del diabolico Rockerduck.
La storia
Sia lui che l’eterno nemico Paperon de’ Paperoni decidono di partecipare a un Gran Premio di Formula 1. L’obiettivo di entrambi è incassare il milione di dollari destinato al vincitore della gara e, soprattutto nel caso dell’avido Paperone, fare soldi grazie al ritorno pubblicitario che un successo così prestigioso gli avrebbe garantito. Lo zio multimiliardario chiede al nipote Paperino, considerato un asso del volante, di guidare la sua Paper nel Gran Premio, promettendogli una lauta ricompensa qualora avesse tagliato il traguardo davanti a tutti. Rockerduck, da parte sua, ha il problema di rimpiazzare il suo pilota Kili Kauda, indisponibile per un infortunio. Enzo Ferrari diceva che fra un pilota bravo e uno fortunato, preferiva quest’ultimo, perché anche nel mondo della Formula 1 impera la superstizione. Rockerduck fa sua questa credenza e sceglie di fare correre il fortunato Gastone, storico rivale di Paperino.
La gara tra paperi in F1 si trasforma in un duello senza esclusione di colpi tra i cugini: da un lato il funambolico Paperino, dall’altra il meno esperto Gastone, che però può contare su un alleato in più: la Dea Bendata. E come poteva finire se non un clamoroso ex aequo? La Paper e la Rocker tagliano infatti il traguardo appaiati e i due paperi si dividono il podio e persino la ghirlanda destinata al vincitore. Ai proprietari dei team va invece mezzo milione di dollari a testa.
Finita qui? Niente affatto, perché zio Paperone, contrariato per non aver incassato l’intera posta, si rifiuta di premiare il nipote sostenendo di non aver tagliato il traguardo davanti a tutti, in quanto arrivato a pari merito con Gastone.
La conclusione
Per far valere le proprie ragioni Paperino si rivolge al noto avvocato Pico de Paperis, che grazie a uno stratagemma gli farà vincere la causa. E così potrà pagare per sé e per Paperina un romantico viaggio in Cappadocia! Con questa avventura immaginaria, ambientata nel favoloso mondo dell’automobilismo, siamo lontanissimi dalla memorabilità raggiunta sette anni più tardi con “Zio Paperone e l’avventura in Formula 1”. Ciononostante furono gettate le basi per quella che sarebbe diventata un filone iconico della Disney.
Un’altra avventura
Per tutti gli appassionati di auto e di nuvole parlanti, infatti, la vicenda in due puntate disegnata nel 1985 da Cavazzano resta una pietra miliare a fumetti. Cavazzano, peraltro, è anche il disegnatore di un’altra avventura motoristica disneyana tra paperi: “Zio Paperone e la vittoria da 50 karati”.