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GP in Italia, una storia lunga un secolo

Domenica ci sarà la gara della MotoGP in Italia. Tutto è cominciato nel lontano 1914: ben 108 anni di emozioni nel segno del nostro tricolore. Inizialmente la gara italiana coincideva con il Gran Premio delle Nazioni. Si corse a Torino e a Monza, poi il GP fu spostato a Roma, a Milano, a Faenza e, dopo la Seconda Guerra Mondiale, ancora a Monza. Con la nascita del Motomondiale si ritornò sul circuito brianzolo e, curiosamente, si ebbero quattro vincitori italiani, tutti alla guida di motociclette anch’esse italiane, seppure di tre case diverse: Benelli, Gilera e FB Mondial.  

Nel Motomondiale nel 1991 il GP delle Nazioni cambiò nome diventando Gran Premio d’Italia. Venne disputato tra Imola, Misano Adriatico e Mugello, per poi stabilizzarsi dal 1994 sul circuito toscano. L’edizione 2020 è stata, purtroppo, cancellata a causa della pandemia di Covid19.

Il record di vittorie spetta al grande pilota Giacomo Agostini: ben 13. Dal 2002 al 2008 ogni GP d’Italia è stato vinto, invece, da Valentino Rossi (le prime due volte su Honda, le altre cinque con Yamaha). Nelle ultime edizioni, ricordiamo, ci sono stati altri due piloti italiani vincitori: nel 2017 Andrea Dovizioso (su Ducati) e nel 2019 Danilo Petrucci (sempre su Ducati). 

Mugello per tutti i tifosi italiani è la gara più sognata a cui partecipare. Anche per me, ovviamente. Pensate che quando il Dottore debuttò nel Motomondiale io avevo circa 5 anni. Ho cominciato a seguirlo quando ne avevo 9. Da allora ne sono passate di gare: un’infinità di gioia e dolori da tifosa. Da bambina sognavo di diventare una giornalista sportiva per poter intervistare Valentino e oggi sono qui, insieme ad altre migliaia di persone, a sostenerlo per questa gara, che è alle porte. Come sempre, anche se col pensiero che prima o poi smetterà di correre in MotoGP. Alla “Gazzetta dello Sport” recentemente ha detto: “Io mi sento ancora un pilota, prima di tutto. Quindi se dovessi smettere mi piacerebbe fare qualche corsa in macchina”. E noi, da veri tifosi del Dottore, saremo sempre li pronti a sostenerlo. Anche su quattro ruote!

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