Si scrive Austin, si legge Alex. C’era una volta la pista in cui Marc Marquez era praticamente imbattibile. Qui ci ha vinto sette volte, conquistando altrettante pole position. Ma oggi che il cannibale non morde più per cause di forza maggiore (vedi nuovo infortunio al braccio destro), a fare la voce del padrone è un altro pilota della Honda: Alex Rins. Lo spagnolo sta ad Austin come Nicky Hayden stava a Laguna Seca. O Valentino Rossi al Mugello. Una pista così amica da darle del tu. Rins ci aveva già vinto tre volte: in Moto3, in Moto2 e, nel 2019, in MotoGP, in quella che fu la sua prima affermazione in classe regina (sconfisse Rossi dopo una battaglia all’arma bianca). L’anno scorso, in sella alla Suzuki, conquistò il secondo posto alle spalle di Enea Bastianini. Quest’anno il 27enne di Barcellona, nel frattempo passato alla Honda del team LCR, ha fatto ancora meglio: secondo in qualifica, secondo nella gara sprint del sabato dietro al campione del mondo Francesco Bagnaia e primo nel GP di domenica, con tanto di giro più veloce e record della pista. Un bottino da fenomeno per il numero 42, alla 18esima vittoria nel Motomondiale (la sesta in classe regina), a cui vanno aggiunti 17 pole position, 18 giri più veloci in gara e 58 podi complessivi. Il tutto in 188 Gran Premi disputati nelle tre categorie. Pur non avendo mai conquistato un titolo mondiale, Alex si sta dimostrando un pilota veloce, maturo e costante. Nella sua carriera è arrivato per cinque volte sul podio iridato, sfiorando il titolo in tutte le cilindrate.
Cento e lode
Lo spagnolo verrà ricordato per essere stato l’ultimo vincitore in MotoGP con la Suzuki, che ha portato al top nel GP di Valencia del 2022. La Casa giapponese si è ritirata dal Motomondiale proprio al termine di quel trionfale Gran Premio. Per Rins, inoltre, quella in Texas è stata la terza affermazione nelle ultime sei gare, disputate su due moto diverse. Proseguendo con i numeri, il successo di Rins al COTA coincide con il 100esimo all class (125, Moto3, 250, Moto2, MotoGP e MotoE) per la squadra fondata 27 anni fa da Lucio Cecchinello. Gli altri piloti che sono saliti almeno una volta sul podio con il team LCR sono stati lo stesso Cecchinello, Noboru Ueda, Hiroyuki Kikuchi, Alex De Angelis, Casey Stoner, Randy De Puniet, Roberto Locatelli, Stefan Bradl, Cal Crutchlow, Xavier Simeon, Miquel Pons ed Eric Granado.
Digiuno HRC
La vittoria in Texas interrompe il lunghissimo digiuno della Honda in MotoGP. Erano trascorsi 539 giorni e 24 Gran Premi dall’ultimo successo della Casa giapponese in top class. L’ultimo a salire sul gradino più alto del podio con la HRC era stato Marc Marquez nel Gran Premio dell’Emilia Romagna del 2021. Da allora solo due podi (con Pol Espargaro in Qatar e con Marc Marquez in Australia, entrambi l’anno scorso). Si tratta della più lunga striscia di gare a senza vittoria da 40 anni a questa parte per la Casa dell’ala. Rins ha posto fine alla maledizione con una prestazione che definire maiuscola è riduttibo. Il pilota catalano ha preso il comando della corsa dopo la scivolata di Bagnaia, che si trovava al comando con un secondo di vantaggio sullo spagnolo. Per il campione del mondo si tratta della seconda caduta consecutiva dopo quella in Argentina, che lo ha privato di un podio ormai in cassaforte. A trarne vantaggio sono stati anche Luca Marini e un redivivo Fabio Quartararo, rispettivamente secondo e terzo al traguardo. Per l’alfiere della VR46 è il primo podio in MotoGP, dopo i 15 in Moto2. Per El Diablo, invece, una boccata di ossigeno e un’iniezione di fiducia alla vigilia della stagione europea. Sono stati solo 13 i piloti che hanno terminato la gara e che, quindi, hanno conquistato dei punti. Dietro al podio si sono piazzati nell’ordine: Vinales, Oliveira, Bezzecchi, Zarco, Morbidelli, Di Giannanatonio, Augusto Fernandez, Pirro, Folger e Binder. Bezzecchi resta leader del campionato con 64 punti, 11 in più di Bagnaia. Segue Rins a 47. Prossimo appuntamento a Jerez, in Andalusia, tra una decina di giorni. Il circus è già in viaggio verso il vecchio continente.