C’erano una volta i duelli, le polemiche, le dichiarazioni al vetriolo. C’erano, perché oggi non ci sono più. Hanno lasciato il posto al ricordo di sfide memorabili e a un’impensabile amicizia. Da “la tua ambizione ha superato il tuo talento” ne è passata parecchia di acqua sotto i ponti. Era il 2011, l’annus horribilis di Valentino Rossi in Ducati (ma quello successivo, forse, fu anche peggio…). A Borgo Panigale il #46 aveva ereditato il box da Casey Stoner, che dopo aver regalato alla rossa il primo titolo iridato piloti era emigrato in Honda, liberando la sella per il rivale di mille battaglie. A Jerez, secondo GP stagionale, sotto un acquazzone tropicale, il Dottore intravvide in quelle condizioni così estreme un’opportunità per azzerare il gap tra la sua moto e le giapponesi, fin lì imbarazzante. Vale, già vincitore di nove titoli, faticava più del previsto a domare la Desmosedici, ma sotto il diluvio covava ambizioni di vittoria, o almeno di podio. Nel disperato tentativo di guadagnare posizioni, mentre i rivali si stendevano come birilli su una pista da bowling, Rossi tentò il sorpasso su Stoner ma ritardò così tanto la frenata che perse l’anteriore e scivolò, falciando l’australiano e la sua Honda. Apriti cielo! Vale, aiutato dagli steward, si rialzò e chiuse quinto a oltre un minuto; Casey si ritirò proprio a causa di quell’incidente. Nel dopo gara andò in scena il famoso siparietto ai box: Valentino, con il casco ancora in testa, entrò nel garage della Honda per scusarsi con Stoner, il quale lo liquidò con la frase di cui sopra: “La tua ambizione ha superato il tuo talento”. Scuse accettate? Non proprio.
La rivalità diventa faida
Era la punta dell’iceberg di una rivalità iniziata anni prima. Nel 2007, stagione del primo Mondiale del #27, Rossi non riconobbe mai appieno il talento dell’australiano, attribuendo i meriti di quel titolo principalmente al super motore Ducati e alle gomme Bridgestone, nettamente superiori alle sue Michelin. Si sbagliava, e lo ammise più tardi. Era Stoner, con la sua bravura, a nascondere i limiti della moto, e non il contrario. Ma la pietra dello scandalo risale all’anno successivo, il 2008. Vale convinse Carmelo Ezpeleta a fare una strappo alla regola e a permettergli di montare sulla sua Yamaha le Bridgestone al posto delle Michelin, a cui la Casa giapponese era contrattualmente legata. E con le “scarpe” nuove, Vale tenne testa a Stoner, che ambiva al bis iridato. A Laguna Seca andò in scena uno dei duelli più iconici della storia del Motomondiale, con l’italiano che riuscì a battere l’australiano nonostante un gap di oltre un secondo al giro a favore del “canguro mannaro”. Rossi vinse d’astuzia, passando il rivale al via e imponendo alla corsa il suo ritmo. Casey tentò decine di sorpassi, alcuni riusciti. Ma ogni volta che si metteva davanti, Valentino lo risuperava tardando la staccata e chiudendo la porta. Fino a quando ci fu il leggendario sorpasso al Cavatappi, finito sui libri di storia sportiva. Dopo quella manovra al limite, che oggi verrebbe ahimè punita come minimo con un long lap penalty, Stoner, innervosito, cadde ma riuscì a salvare il podio, tanto era il vantaggio sugli inseguitori. Nel parco chiuso rifiutò la mano del Dottore e nelle interviste lo accusò di guida scorretta. La rivalità divenne faida.
Da Milano a Tavullia
Da lì in poi, infatti, fu guerra. Stoner divenne il nemico pubblico numero uno di Rossi fino al suo prematuro ritiro, avvenuto nel 2012, ad appena 27 anni. Valentino ha continuato a correre fino al 2021, trovando sulla sua strada avversari altrettanto ostici e non meno polemici (eufemismo), in particolare Jorge Lorenzo e Marc Marquez. Negli ultimi anni, però, c’è stato un progressivo riavvicinamento, culminato nei giorni scorsi con l’incontro tra Valentino e Casey nel ranch di Tavullia per un allenamento insieme a tutti i ragazzi dell’Academy con le moto da flat track. Invito che Stoner, già in Italia perché ospite di Eicma, ha accettato di buon grado. Rossi e Stoner, ex rivali, hanno girato insieme sulla pista che il nove volte iridato ha fatto costruire tanti anni fa tra le colline marchigiane. I video e le foto che ritraggono i due campioni insieme hanno fatto il giro dei social suscitando un senso di nostalgia. La luce nei loro occhi non è mai stata così sfavillante. Rossi ha fatto pace con Biaggi, con Lorenzo e con Stoner. All’appello manca solo Marquez. Ma questa è un’altra storia, che merita un capitolo a parte.