Non poteva sbagliare. E non ha sbagliato. Fabio Quartararo ha dominato il GP d’Olanda e allungato in vetta alla classifica del Mondiale MotoGP. Il francese aveva un’occasione d’oro per mettere in tasca la quarta vittoria della stagione e andare in vacanza con un vantaggio rasserenante sugli inseguitori. Dopo la pausa estiva, infatti, ci sarà la “doppietta” a Zeltweg, in Austria, una pista poco congeniale alle Yamaha e terra di conquista per Ducati e KTM. Era quindi necessario mettere fieno in cascina in vista di tempi peggiori. Ad Assen il nemico numero uno Fabio ce l’aveva in casa. In tutti i turni di prove, comprese quelle ufficiali, il più veloce era stato il compagno di box (ancora per poco…) Maverick Vinales. Ma lo spagnolo ha sbagliato la partenza ed è rimasto imbottigliato nel traffico, consentendo al francese di scappare via. Quando Top Gun è riuscito a liberarsi degli avversari, in primis di Nakagami, era ormai troppo tardi. Al termine della gara, un imbronciato Maverick ha confermato le voci che si rincorrevano da giorni e che parlavano di un divorzio a fine stagione con la Casa di Iwata. Il prossimo anno potrebbe correre con l’Aprilia o con una Ducati del neonato team VR46.
RISVEGLIO SUZUKI – Joan Mir, che di Quartararo è stato compagno di squadra nel 2016 nel team Leopard in Moto3, è tornato sul podio confermando che, come la stagione scorsa, anche in questa sta viaggiando a suon di piazzamenti. Lo spagnolo è al terzo podio stagionale ma in un anno e mezzo ha vinto solo una volta. Eppure è campione del mondo in carica ed è ancora in corsa per bissare il successo del 2020 (è quarto in classifica a -55 dal leader Quartararo, poco più di due GP). Sfortunata invece la corsa di Rins, l’altro portacolori Suzuki: Alex è finito nella via di fuga dopo un contatto a inizio gara con Zarco, perdendo tempo prezioso. Ha chiuso 11° a 21 secondi da Fabio.
DUCATI E KTM IN DIFESA – Su una pista che poco si sposava con le loro caratteristiche, le Ducati hanno corso in difesa. Bagnaia è scattato dalla prima fila, ma a metà gara è stato penalizzato con un log lap penalty per aver oltrepassato i limiti della pista. Zarco è arrivato quarto, appena fuori dal podio. Miller, invece, è caduto e, una volta tornato in pista, è stato fermato dai commissari per problemi tecnici. Non è andata meglio alla KTM, che ha comunque limitato i danni grazie alla solita gara di sostanza di Miguel Oliveira. Sia la Rossa che l’arancione avranno la possibilità di rifarsi in Stiria: sull’anello di Spielberg, da quando si è tornati a correre nel 2016, hanno vinto cinque volte la Ducati e una la KTM.
MARC E VALE SPECULARI – Week-end speculare per Marc Marquez e Valentino Rossi. Lo spagnolo, caduto sia venerdì che sabato, si è qualificato 20° dopo una Q1 da incubo. In gara ha corso all’attacco, alla sua maniera, lottando con Bagnaia per la sesta posizione. Valentino, dopo aver ottenuto l’accesso diretto alla Q2 (è la terza volta quest’anno), è scattato 12° ma alla prima curva ha girato penultimo. Dopo una piccola rimonta, è stato protagonista di una caduta che ha distrutto la sua Yamaha. E il morale del Dottore, il cui ritiro sembra ormai scontato. Ma con Valentino mare dire mai.
ORDINE D’ARRIVO – 1. Quartararo, 2. Vinales, 3. Mir, 4. Zarco, 5. Oliveira, 6. Bagnaia , 7. M. Marquez, 8. A. Espargaro, 9. Nakagami, 10. P. Espargaro, 11. Rins. 12. Binder, 13. Petrucci, 14. A. Marquez, 15. Bastianini.