MIR…acoloso, MIR…abolante, amMIRati: non ci sono abbastanza parole per esprimere lo stupore di fronte alla vittoria di Joan Mir nel Mondiale 2020 della MotoGP. Stupore perché nessuno, nemmeno il più ottimista tra gli ottimisti avrebbe scommesso su di lui. Non perché il 23enne di Maiorca (concittadino di Rafa Nadal e Jorge Lorenzo) non abbia talento, anzi. Ma c’è un giocatore, alla vigilia del Mondiale, che davanti a un tavolo verde avrebbe puntato un solo euro sul numero 36? Probabilmente no.
Joan è stato il più bravo di tutti a sfruttare la situazione. In primis, l’assenza di Marc Marquez, messo fuori gioco dalla terribile caduta di Jerez/1 e dal prematuro tentativo di ritornare in sella appena quattro giorni dopo un’operazione delicatissima. In secondo luogo, l’andamento del campionato, che ha vissuto sul filo dell’equilibrio dalla prima all’ultima gara. E’ successo tutto e il contrario di tutto. In 14 gare ci sono stati ben nove vincitori diversi. Non era mai accaduta una cosa del genere.
A proposito di vittorie, Mir ha tagliato il traguardo davanti a tutti solo in una occasione (a Valencia). Un po’ poco per un campione del mondo. Ma, a onor del vero, lo spagnolo della Suzuki avrebbe vinto anche in Austria se il Gran Premio non fosse stato neutralizzato per la terribile carambola che ha coinvolto Zarco e Morbidelli, le cui moto impazzite che hanno sfiorato le teste di Vinales e Valentino. Al momento dell’interruzione, Mir era in testa con un discreto vantaggio sugli inseguitori.
La stagione del 36 non era cominciata benissimo: dopo tre gare, Joan aveva racimolato la miseria di 11 punti, grazie al quinto posto a Jerez/2. Dal quarto GP in poi, però, è salito sette volte sul podio in nove gare: una vittoria, tre secondi e tre terzi posti. Un curriculum di tutto rispetto ma non di certo eccelso per un campione del mondo.
Mir ha pagato soprattutto il fatto di non essere un fulmine di guerra in qualifica: nel 2020 non ha fatto nemmeno una pole (anche Arenas e Bastianini, campioni in Moto3 e Moto2 non sono mai scattati dalla prima casella nell’anno del trionfo nelle rispettive categorie). Ma anche guardando indietro nel tempo, Mir ha conquistato appena due pole in tutta la carriera, entrambe in Moto3. Perfino nell’anno del titolo, il 2017, ne fece solo una. Detto ciò, ha vinto il Mondiale della classe regina. E chi vince ha sempre ragione. Ora, però, è chiamato alla conferma.