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La paura di papà Martin e la profezia di Razali

Dal “back to back” in Qatar, con la doppietta delle Yamaha, al ritorno in pista di Marc Marquez dopo nove mesi di assenza e sofferenza. Dall’ottimo esordio di Valentino Rossi nelle qualifiche di Losail, poi rivelatosi un fuoco di paglia, alla sorpresa Ducati Pramac, che dopo due gare balza in testa al Mondiale con Johann Zarco. Dall’accoglienza del figliol prodigo Miguel Oliveira in Portogallo alla terribile caduta del rookie Jorge Martin, che lo terrà fuori dal campionato per diverse gare. Sono solo alcuni dei temi sviluppati durante la prima puntata di MotoGP Unlimited, la docu-serie a tema motoristico distribuita il 14 marzo sulla piattaforma Prime Video. Il nuovo format ripercorre l’intera stagione 2021 della MotoGP, attraverso analisi, interviste esclusive e immagini inedite. Un dietro le quinte che ci svela il lato B del paddock, quello più intimo, lontano dai riflettori. La MotoGP come non si era mai vista prima.

La puntata d’esordio è il racconto dei primi tre Gran Premi della stagione 2021: i due del Qatar e quello del Portogallo. Losail si rivela terra di conquista per la Yamaha, che firma una fantastica doppietta con i suoi piloti ufficiali. Vinales vince gara-1 dopo un’entusiasmante rimonta; Quartararo lo emula dominando gara-2 sette giorni più tardi. La docu-serie ci mostra il lato più umano dei piloti. Maverick viene filmato mentre prepara la cena sotto gli occhi della compagna incinta della loro bambina; Jorge Martin ha gli occhi lucidi mentre accarezza il suo Beagle prima di uscire di casa e salire sull’aereo che lo porterà in circuito. El Diablo, invece, si fa immortalare durante gli allenamenti. A proposito di Martin, che in Qatar firma una pole e sale sul podio già alla seconda gara, suo padre Angel confessa: “Non ti abitui mai al fatto che tuo figlio si faccia male. Infatti a Jorge in più occasioni ho chiesto di mollare. Soffrivo troppo”. Il riferimento è all’incidente di Portimao, nel quale il figlio si procura diverse fratture che lo terranno fuori per diverse gare e metteranno a rischio la sua carriera. Commovente la parte dedicata a Marc Marquez, che a Portimao fa il suo ritorno in pista dopo un lunghissimo stop dovuto ai postumi della caduta di Jerez 2020. Marc getta il cuore oltre l’ostacolo e arriva settimo. Poi ai box e durante le interviste scoppia in lacrime e mostra il suo lato umano. Proprio lui che ha fatto della vita privata una cassaforte.

E Valentino? Pur non ottenendo in questa prima fetta di Mondiale risultati in linea con la sua ineguagliabile carriera, il Dottore si ritaglia come sempre il suo spazio. Approdato in Petronas, team satellite della Yamaha, Rossi lotta a centro gruppo e fatica a emergere, circondato da venti leoni, molti dei quali potrebbero tranquillamente essere suoi figli. Il team principal Razian Rezali regala un aneddoto sconosciuto ai più. Racconta che nel 2005 era un grande tifoso del pilota di Tavullia, ingaggiato un anno prima dalla Yamaha dopo un lustro vincente con la nemica Honda. Ricorda Razali: “In occasione dei test precampionato che si disputarono proprio in Malesia, chiesi a Valentino di autografarmi un libro, ma lui non mi degnò nemmeno di uno sguardo. Tirò dritto. Gli augurai di non vincere mai più un Mondiale. E così fu”. Razali si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa, ma ha la memoria corta. Perché non solo Valentino a fine 2005 vincerà il titolo, ma nel 2008 e nel 2009 arricchirà la sua bacheca con altre due iridi. Il team manager poi aggiunge: “Dopo quell’episodio non mi interessai più di Rossi, fino al nostro ingaggio alla fine del 2020”. Razali non ha mai nascosto di essersi pentito della scelta di affidare una Yamaha Petronas a Rossi, dal momento che la politica del team prevedeva l’ingaggio di piloti giovani. Eppure a metà stagione, dopo il licenziamento di Vinales e la promozione di Franco Morbidelli nel team ufficiale, per sostituire il romano viene chiamato Andrea Dovizioso. Non proprio un pilota in erba. Le vie del mercato sono infinite.

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