Dall’inviato al Mugello
Stessa storia, stesso posto, stesso van. Il Mugello è uno spettacolo dentro e fuori la pista. Il più grande spettacolo del week-end. Un viaggio indimenticabile che odora di benzina e che merita un capitolo tutto suo. Parafrasando un detto su Bruce Springsteen, il mondo si divide in due: chi ama il motociclismo e chi non è mai stato al Mugello. E’ come un pellegrinaggio tra il sacro e il profano fatto da chi è cresciuto a latte e benzina. Un’avventura per uomini (e donne) duri. Un corso di sopravvivenza per il Tifoso vero, con la T maiuscola. Al grido “Al Mugello non si dorme”, abbiamo portato a casa la pelle anche quest’anno. L’abbonamento night and day è il più gettonato e consente una full immersion di 48 ore: entri in circuito il venerdì notte e ci esci (forse) la domenica sera, in un clima da finale nostalgico del film “Sapore di mare”.
L’odore di combustibile si mischia al profumo di gelsomino. Perché è primavera anche qui. Dalla San Donato alle due Arrabbiate, dalla Materassi alla Casanova Savelli: ogni curva ha la sua torcida. Sudore, passione, rumore, in un costante sottofondo di sgasate con i motorini e le motoseghe. E poi fiumi di birra, piade e panini a palate. I più richiesti sono farciti con il lampredotto o la porchetta, che qui sono una cosa molto seria. Si cammina su un tappeto di sacchi a pelo e di lattine, e si fa lo slalom fra le tende, le amache e perfino i divani! C’è chi monta il trabattello e chi si arrampica sugli alberi. I più fortunati dormono (si fa per dire) in camper o in roulotte. Gli altri sotto le stelle, sperando che non piova. Quest’anno Giove Pluvio ha fatto il bravo.
Sui prati e sulle tribune campeggia ancora il numero 46. Ma il giallo canarino, anno dopo anno, sfuma un po’. E tende sempre di più al rosso. Rosso Ducati. Ora l’idolo di casa è un figliastro di Valentino Rossi: Pecco Bagnaia. I cori da stadio e gli striscioni sono quasi tutti per lui. I più belli: “Attenzione, Pecco in transito”, “63 meglio della 69!”, “Lo ammetto: Pecco spesso”, “Non c’è 2 senza 3, il 4 viene da sé”, riferito ai titoli mondiali. Ma anche: “Dal Mugello si esce senza cervello”. Per arrivare al classico: “Al Mugello non si dorme”. Ed è davvero così.