Un team a tre zeri! Gresini Racing ha tagliato il traguardo dei mille Gran Premi nel Motomondiale.
E’ accaduto nel GP di Francia, che si è disputato nel fine settimana scorso sul tracciato di Le Mans. E non potevano che essere un GP da record (300.000 spettatori sulle tribune e a bordo pista) e una pista leggendaria a battezzare la millesima presenza di uno dei team più sani, vincenti e autorevoli del circus. Merito di Fausto Gresini, che è stato un grandissimo sia come pilota (due titoli con la Garelli in 125) che come team manager. La sua scomparsa, avvenuta all’inizio del 2021 a causa del Covid, è incolmabile, ma Fausto ha lasciato in eredità una missione da portare avanti. A prendere le briglie dell’azienda è stata la moglie Nadia Padovani, che oggi, dopo quasi tre anni al timone, sta raccogliendo i frutti di scelte coraggiose, intelligenti e vincenti.
Nel frattempo Fausto sta piantando bandierine in paradiso. L’ultima riporta il numero mille. Come le gare in cui è scesa in pista almeno una moto griffata GR. Il fascino dei numeri tondi. E in queste mille gare sono stati 220 i podi scalati, con 73 vittorie. Un bottino da togliersi il cappello! Ogni numero racconta magicamente una verità. L’ultimo podio risale proprio alla gara di Le Mans e lo ha firmato Marc Marquez, il campionissimo che ha lasciato la Honda ufficiale per sposare un progetto rischioso ma affascinante. L’otto volte campione del mondo ha raggiunto in Ducati il fratello Alex, con il quale divide box, sogni e ambizioni. Tornando a sgranare numeri come se avessimo in mano un rosario, le mille gare iridate sono così suddivise: 420 in MotoGP, 29 in 500, 256 in Moto2, 64 in 250, 177 in Moto3 e 54 in MotoE. Ma il numero più importante è il 4, come i titoli mondiali piloti conquistati in 27 anni di storia. Si sono forgiati della corona Dajiro Kato in 250 nel 2001, Toni Elias in Moto2 nel 2010, Jorge Martin in Moto3 nel 2018 e Matteo Ferrari in MotoE l’anno successivo.
Dal 1997 a oggi il team di Faenza ha affidato le sue moto a fior fior di fuoriclasse. Il primo fu Alex Barros in classe 500 nell’anno d’esordio della squadra nel Mondiale. Dopo una stagione di apprendistato, nel 1998 per il brasiliano arrivarono i primi podi. Nel 1999 il team puntò sul tre volte campione del mondo Loris Capirossi, a cui affidò una Honda 250. Il pilota bolognese ripagò la fiducia del patron Gresini ottenendo tre vittorie e sei podi complessivi e aprì la strada al giapponese Kato, che nel 2001 vinse il titolo della categoria intermedia dopo un biennio straordinario (15 vittorie e 24 podi). Kato perse la vita a Suzuka nella gara che apriva la stagione 2003 della MotoGP. Una tragedia immane, mai del tutto superata. Sete Gibernau, compagno del nipponico, si caricò il team sulle spalle e dal 2003 al 2005 fu protagonista di battaglie memorabili con Valentino Rossi. Duelli al coltello, sfide al fotofinish. In quegli anni corsero con la Honda Gresini Colin Edwards e Marco Melandri. Macho vinse tre gare nel 2006, anno in cui divideva il box con Toni Elias (per lo spagnolo una vittoria in volata in Portogallo, che costò il titolo a Valentino). Nel 2007 la coppia italo-spagnola si dovette accontentare (si fa per dire) di cinque podi.
Nel 2008 ci fu una rivoluzione: Melandri passò in Ducati e lasciò la sua Honda ad Alex De Angelis, che divise il box con il giapponese Shin’ya Nakano. La stagione successiva il sammarinese conquistò un fantastico podio a Indianapolis. E anche il “cavallo di ritorno” Elias riuscì a chiudere una gara fra i primi tre. Nel 2010 lo spagnolo scese di categoria per inaugurare la Moto2, di cui fu il primo campione grazie a sette vittorie di tappa. Intanto, in MotoGP riecco Melandri e un altro ex campione, come lui, della 250: Marco Simoncelli. Il Sic fece in tempo a salire due volte sul podio, poi la terribile tragedia di Sepang 2011 ce lo portò via per sempre. E nulla fu più lo stesso. Nel 2012 si aprì l’era Bautista (quattro stagioni con poche soddisfazioni). Dal 2013 il team sbarcò anche in Moto3, dove negli anni hanno corso i nostri Niccolò Antonelli, Lorenzo Baldassarri, Enea Bastianini, Fabio Di Giannantonio e Riccardo Rossi, oltre a Jorge Martin, che regalò alla squadra il titolo. Nel 2015 il team lasciò la Honda per l’Aprilia, abbandonata a sua volta nel 2022 per la Ducati.
E’ del 2019, come detto, l’ultima corona iridata, con Matteo Ferrari nella neonata MotoE. Da allora il romagnolo difende i colori del team nella serie elettrica, lottando costantemente per la vittoria. In MotoGP, nel frattempo, sono arrivate le prime soddisfazioni: quattro successi di Bastianini e uno del Diggia. Fabio, oggi alla VR46, passerà alla storia come l’unico pilota del team ad aver vinto in tutte le categorie. La storia continua.