Non poteva che aspettare il GP di casa, nella natìa Barcellona, per comunicare ciò che era nell’aria da mesi. Aleix Espargaro si ritirerà al termine di questa stagione. Il 36enne spagnolo lo ha annunciato durante una speciale conferenza stampa convocata giovedì nella “pancia” del Montmelo, dove questo fine settimana si correrà il Gran Premio Monster Energy de Catalunya. Il pilota dell’Aprilia Racing ha disputato finora 326 gare iridate, vincendone tre e salendo altre nove volte sul podio. Cinque le pole e quattro i giri veloci ottenuti in quasi 20 anni di militanza nel Motomondiale. Un bilancio non eccezionale per un pilota di primo livello, ma ciò che è emerso dalla carriera del catalano sono stati soprattutto la grinta, la dedizione e il carisma, qualità che gli hanno fatto guadagnare il soprannome di Capitano. Perché con le vittorie si ottiene la fama, ma dalle sconfitte si impara. L’apice del successo è coinciso con gli anni in Aprilia, in classe regina. La gloria nella coda.
I primi anni
Le primissime soddisfazioni di Espargaro risalgono al 2004, anno in cui vinse il campionato spagnolo 125. Il successo nel Cev gli aprì le porte del Mondiale, nel quale esordì a soli 15 anni nella tappa finale di Valencia (fu 24esimo al traguardo). La stagione successiva lo vide al via del Mondiale in sella alla Honda (36 punti e il settimo posto in Cina come miglior risultato). Nel 2006, a soli 17 anni, disputò mezza stagione in 125 e mezza in 250 (in classe intermedia racimolò 20 punti e chiuse in nona posizione il Gran Premio della Malesia). Nel biennio 2007-2008 passò in Aprilia, sempre in 250: 135 punti complessivi con un quinto posto a Sepang come miglior risultato. La stagione 2009 lo vide al via in 250 in appena due GP: in Olanda fu quarto e in Germania settimo. Lo stesso anno, però, assaggiò per la prima volta la MotoGP: corse quattro gare con la Ducati Pramac. Tra Indianapolis, Misano, Sepang e Valencia ottenne 16 punti, guadagnandosi stima e fiducia.
L’approdo in MotoGP
E infatti nel 2010 passò a tempo pieno in classe regina, sempre con Pramac: due ottavi posti i suoi migliori piazzamenti. Nel 2011 Aleix ebbe l’umiltà di fare un passo indietro e tornare in Moto2 con la Kalex di Sito Pons: proprio a Barcellona ottenne il suo primo podio. I buoni risultati attirarono di nuovo le attenzioni dei team della MotoGP e per il 2012 lo spagnolo firmò per Aspar: lo aspettava una MotoGP in configurazione CRT. La guidò per due stagioni, arrivando quasi sempre in zona punti (32 volte su 36). Nel 2014 il passaggio in Yamaha con Forward: 126 punti e un podio stellare ad Aragon. Fu l’anno della svolta.
Suzuki e Aprilia
Da lì in poi se lo sono contese le Case ufficiali: nel 2015 e nel 2016 corse in Suzuki, chiudendo entrambi i campionati in undicesima posizione. Tra i risultati più significativi la pole position nella sua Barcellona. Dopo due stagioni in azzurro, l’ingresso nel mondo l’Aprilia: un matrimonio destinato a durare fino a oggi. Aleix ha sposato un progetto che è cresciuto piano piano: dopo anni di apprendistato e miglioramenti, il primo podio è arrivato nel 2021 in Gran Bretagna; la prima storica vittoria nel 2022 in Argentina. Non è stato un fuoco di paglia, perché lo stesso anno Aleix è salito sul podio in altre cinque occasioni. Il quarto posto in campionato è coinciso con il miglior piazzamento iridato della sua carriera. Nel 2023 il podio di Assen ha preceduto la straordinaria vittoria di Silverstone, bissata dal numero 41 ancora a Barcellona, dopo un’accesa lotta con il compagno di squadra Maverick Vinales. Per Noale un trionfo. Che continua ancora oggi grazie soprattutto al suo Capitano!