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Bye bye baby

E alla fine è successo davvero. Marc Marquez lascia la Honda dopo undici stagioni. Lo farà dopo l’ultimo Gran Premio del 2023, in programma a novembre al Ricardo Tormo di Valencia. Sulla pista che lo ha incoronato campione per otto volte e che nel 2015 lo vide protagonista di una feroce polemica con Valentino Rossi, che lo accusò di avergli fatto perdere il titolo in favore di Jorge Lorenzo. Marc, reduce da tre anni durissimi (eufemismo) sia per gli infortuni che per la scarsa competitività della sua HRC, saluta il colosso giapponese con il quale ha conquistato sei titoli in classe regina. In sella alla RC213V è stato campione nel 2013, al debutto nella categoria, nel 2014, nel 2016, nel 2017, nel 2018 e nel 2019. Ci ha vinto per 59 volte, salendo in 101 occasioni sul podio e firmando 64 pole position. E’ stato il più giovane vincitore di un GP e il più precoce a conquistare l’iride in top class. Aveva solo 20 anni. Il matrimonio sarebbe dovuto durare un anno in più, fino al termine del 2024. E invece si è consumato un divorzio annunciato. Un segreto di Pulcinella che la Honda ha svelato poco prima che la Ducati ufficializzasse l’ingaggio dello spagnolo, che il prossimo anno correrà nel team Gresini accanto al fratello Alex. Un’accoppiata già vista nel 2020 proprio in Honda Repsol, quando il minore dei Marquez fu promosso dalla Moto2 direttamente nel team interno della Casa giapponese.

A questo punto, le domande che in molti si pongono sono le seguenti: che cosa se ne fa la Ducati di uno come Marc Marquez? A Borgo Panigale serviva davvero il campionissimo di Cervera? La risposta a questo secondo interrogativo è no. La Ducati è di gran lunga la moto più competitiva sulla griglia della MotoGP e ha dimostrato di poter vincere il Mondiale con piloti che sulla carta sono inferiori a Marc. Sia Bagnaia che Martin, solo per citare i due riders che si stanno contendendo il titolo, sono fortissimi. Entrambi hanno già vinto dei titoli, e salvo clamorose sorprese, tra un mese e mezzo uno dei due ne aggiungerà un altro alla propria bacheca. Ed è proprio questo il punto: la Ducati non ingaggia Marquez perché pensa che nessun altro sarebbe in grado di conquistare il Mondiale in sella alla Rossa. Bagnaia lo ha vinto nel 2022 e il 2023 è un monologo della Rossa. Dietro c’è altro. E’ una questione di immagine, di prestigio. Lo ha ammesso Gigi Dall’Igna, l’ingegnere padre della Desmosedici: “Chi non vorrebbe Marc sulla propria moto?”. Solo un pazzo, è la risposta. Ma i dubbi sono leciti: non sarà controproducente avere un altro gallo nello stesso pollaio? Cal Crutchlow, giustamente, ha fatto presente che con Marc Marquez su una Ducati tutti gli altri piloti attualmente in griglia potrebbero tranquillamente starsene sul divano si casa. Il concetto è semplice: prendi il pilota migliore al mondo, mettilo sulla moto più veloce al mondo e l’esito sarà scontato. Al netto, ovviamente, di variabili che oggi non possiamo prevedere. A Ducati, ovviamente, andrà bene in ogni caso. Perché quel che conta è che il Mondiale resti un affare di famiglia.

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