Le pagelle di GP d’Austria: il sudafricano prende il toro per le corna e vince sulla pista della Red Bull; Rossi fa sognare i tifosi; Petrucci non lotta più?
BINDER 10 – E’ stato il grande protagonista di una gara che verrà ricordata per sempre. Un GP che entra di diritto negli annali di questo sport. I tre giri finali sono stati al cardiopalma, sicuramente non adatti ai deboli di cuore. Brad ha fatto la scelta più rischiosa venendo ripagato per il suo coraggio. Ma non dimentichiamoci che andava forte anche sulla pista asciutta e che una settimana fa era arrivato quarto nel Gran Premio di Stiria. In attesa di Remy Gardner e Raul Fernandez, in arrivo nel 2022, la KTM fa affidamento soprattutto sull’ex campione del mondo della Moto3. E il prossimo anno, in MotoGP, dovrebbe arrivare anche suo fratello minore Darryn. Se Rossi non avesse annunciato il ritiro a fine stagione, nel 2022 avremmo visto in pista ben quattro coppie di fratelli! La classe regina è sempre più un affare di famiglia.
BAGNAIA 9 – Una gara nella gara per Pecco, che ancora una volta ha dovuto rimandare l’appuntamento con la vittoria ma che ha mostrato sprazzi di gran classe sia sull’asciutto che con l’asfalto umido. Il torinese, per nulla turbato dall’esplosione (anche mediatica) di Jorge Martin, ha risposto in pista con una prestazione da leader. Sicuramente non è baciato dalla dea bendata, perché ogni volta che ha la possibilità di vincere succede qualcosa che sfugge al suo controllo e alle sue ambizioni. Ma l’impressione è che tra il numero 63 e la vittoria il margine sia sempre più sottile.
MARTIN 8,5 – Una pole position strepitosa e una prima parte di gara lì davanti. Non è stato il Martinator di sette giorni prima, ma ha lottato per la vittoria anche questa volta. Alla fine si è dovuto accontentare, si fa per dire, di salire sul podio, che per come si erano messe le cose vale quasi come un successo. Lo spagnolo ha tutte le carte in regola per essere il dominatore della MotoGp del futuro.
MIR 7 – Ennesimo piazzamento che lo tiene in corsa per il Mondiale. Il vero limite dello spagnolo sono le qualifiche. Scattasse dalle prime due file eviterebbe di spendere la prima metà di gara a recuperare il tempo perso al via.
ROSSI 7 – Ha fatto sognare i tifosi con quel P3 a un paio di giri dalla fine. Sembrava che il destino gli stesse offrendo su un piatto d’argento il podio numero 200 in classe regina, invece a poche curve dal traguardo è stato scavalcato da quattro piloti e addio sogni di gloria. Peccato, perché meriterebbe un’uscita di scena con un ultimo acuto dei suoi.
MARQUEZ 6,5 – Ha lottato come un leone su una pista che a causa delle numerose curve destrorse lo ha messo in difficoltà. Non è ancora al cento per cento, ma la condizione fisica sta via via migliorando. Era in bagarre per la vittoria con altri cinque piloti quando il cielo ha fatto le bizze rimescolando tutto. Fosse rimasto in pista con le gomme slick probabilmente avrebbe vinto per distacco. Cadute permettendo… A motori spenti ha incoronato Bagnaia: “Sembrava di lottare con Dovizioso”.
MILLER 4 – Dopo le vittorie a Jerez e Le Mans sembrava il candidato numero uno a ricoprire il ruolo di anti-Quartararo, invece l’australiano si è dissolto come neve al sole. Sull’asciutto ha faticato a tenere il ritmo dei primi sei, poi c’è stato l’azzardo delle rain alle prime gocce di pioggia (imitato da Alex Rins) che non ha pagato. Jack dice addio al Mondiale con sette gare d’anticipo.
PETRUCCI 3 – E’ sprofondato nelle retrovie nonostante in passato si sia sempre esaltato in condizioni difficili. Vero che la pioggia è arrivata molto tardi, e che più che bravura serviva buona sorte, ma Petrux sembra già un ex pilota. La KTM vince le gare, lui annaspa in fondo al gruppo.