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Suzuki in pole a Jerez, come il Sic 17 anni fa

Quello tra Jerez e i Simoncelli è un rapporto davvero speciale. Sulla pista andalusa Marco nel 2004 vinse il primo Gran Premio della sua purtroppo breve carriera. 15 anni dopo, cioè nel 2019, il team di suo papà Paolo Simoncelli, il Sic58 Squadra Corse, trionfò in Moto3 con Niccolò Antonelli. Fu la prima vittoria del papà di Paolo da team manager. Oggi la magia si è ripetuta: “Tazzu” Suzuki ha conquistato la pole position in Moto3, precedendo Jeremy Alcoba e Andrea Migno, e nella gara di domani, quarto appuntamento stagionale, partirà davanti a tutti. Suzuki è da sempre un pilota del Sic58. Non lo ha mai abbandonato da quando è stato fondato. Un rapporto che in questi anni ha regalato tantissime emozioni. E allora facciamo un salto indietro di quasi due anni.

“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Misano, 2019. L’amore che non finisce è quello per Marco Simoncelli, il pilota morto in un tragico incidente durante il GP di Malesia del 2011. Alcuni mesi dopo quel terribile evento, il circuito di Misano Adriatico ha cambiato nome: da Circuito Internazionale Santa Monica a Misano World Circuit Marco Simoncelli. Il Sic, com’era soprannominato Marco, viveva a Coriano, in provincia di Rimini, a pochissimi chilometri dal tracciato romagnolo, in quella che è stata ribattezzata la Riders’s Land, la terra dei piloti. Di tutti i piloti italiani che corrono nel Motomondiale almeno tre quarti vivono qui. E poi c’è un giapponese, Tatsuki Suzuki, che è nato a Chiba, nel Paese del Sol Levante, ma che vive a Riccione, nello stesso edificio in cui è ricavata la sede della Fondazione Simoncelli, costituita alcuni anni fa in memoria del campione. Tatsuki ha sangue nipponico ma è italiano dentro. La famiglia Simoncelli l’ha letteralmente adottato. 


Lui stesso si definisce un “giapporiccionese”. Parla benissimo italiano, con quella flessione romagnola che lo rende ancora più simpatico. Per Paolo Simoncelli, Tazzu è come un figlio. Gli vuole talmente bene che a volte, prima della pandemia, lo passava a pendere e lo portava fuori a cena con lui e la moglie, come fosse uno della famiglia. Tazzu ha preso idealmente il posto di Marco. E al giapporiccionese si illuminano gli occhi quando gli si chiede di Paolo. Di quell’omone un po’ burbero che lo rimprovera se fa degli errori ma che gli vuole un bene dell’anima. Questa storia sarebbe già bella così, invece non è finita. 
A Misano nel 2019 è successo qualcosa di inimmaginabile. Per raccontarla bisogna fare un salto indietro di altri due anni. Settembre 2017, Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini. A Misano piove a dirotto. La gara della Moto3 è un inferno bagnato. La pista è talmente viscida che cadono quasi tutti. Tra questi anche Suzuki. Dopo la sfortunata gara, il pilota della Sic58 fa una promessa: «Un giorni vincerò qui a Misano e salirò sul podio insieme a Paolo». Da quel giorno trascorrono due anni. Nel 2019, infatti, la profezia si è avverata. Suzuki ha conquistato la pole position (la prima in carriera) al sabato e ha vinto la gara alla domenica. Una cavalcata magnifica. Arrivato al parco chiuso, sono sgorgate lacrime di gioia. Tazzu e Paolo si sono stretti in un abbraccio fortissimo, illuminati dai flash. In sala stampa si sono commossi tutti. E se la storia si ripetessi domani?

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