La Moto3 diventa un affare tra spagnoli e giapponesi. La caduta di Foggia, l’ennesima di una stagione disgraziata, rischia di estromettere l’italiano dalla lotta per il titolo mondiale della Moto3. Per Dennis, però, nulla è ancora perduto: mancano ancora nove gare e la rimonta, seppur difficile, non è impossibile. Il romano del team Leopard deve recuperare 67 punti al leader Sergio Garcia e 64 al suo compagno di squadra Izan Guevara, in grandissima ascesa. Ad Assen il giovanissimo portacolori del GasGas ha guidato da campione navigato, tirando il gruppo per tutta la gara per poi venire beffato nel corso dell’ultimo giro, quando la bagarre si è fatta serrata e senza esclusione di colpi. Anche in Olanda la corsa della Moto3 è stata infatti un susseguirsi di colpi di scena. Un tutti contro tutti. Tra sorpassi, contro sorpassi, cadute, spallate e long lap penalty se ne sono viste di tutti i colori.
Numeri da circo
Alla fine l’ha spuntata il poleman Ayumu Sasaki del Max Racing Team. Il pilotino giapponese ha fatto un grandissimo regalo al suo team manager Max Biaggi, che proprio domenica festeggiava i 52 anni. Il romano, che sul tracciato olandese è stato protagonista di epiche battaglie quando era un pilota, ha per qualche giro assaporato la possibilità di firmare una clamorosa doppietta. Anche John McPhee, infatti, è stato a lungo in lotta per salire sul podio, salvo poi cadere a pochi chilometri dal traguardo. E così, dietro al funambolico giapponese, si sono classificati nell’ordine Guevara e Garcia, i due “galletti” nel pollaio del team di Aspar. Ma mentre Izan è stato protagonista di una gara corsa tutta all’attacco, Sergio ha guidato in difesa, dando perfino l’impressione di non riuscire a tenere il ritomo degli avversari. Sergio, che resta leader del Mondiale, ha però saputo approfittare appieno della sequela di cadute che nell’ultimo giro hanno messo fuori dai giochi Jaume Masia, McPhee e David Munoz. A causare lo strike è stato proprio il rookie spagnolo, che abbina al talento straordinario una guida un po’ troppo sopra le righe.
Rimpianto Suzuki, bene Nepa
Munoz, al quarto GP della carriera, è l’osservato speciale in vista della seconda parte della stagione. Ai piedi del podio si è invece classificato Tatsuki Suzuki, che ha salvato il bilancio del team Leopard ma che deve mordersi le mani per non essere riuscito ad agguantare un podio che fino alle ultime curve sembrava ormai in cascina. Per il giappo-riccionese la consolazione di aver rafforzato il settimo posto nella classifica del Mondiale. Il primo degli italiani al traguardo è stato Stefano Nepa dell’MTA Team. L’abruzzese ha firmato il miglior risultato della sua annata. 11eimo posto per Riccardo Rossi e 15esimo per Andrea Migno, la cui gara è stata condizionata da due long lap penalty. Fuori dai punti Alberto Surra e il debuttante Luca Lunetta, che nel round olandese ha preso il posto dell’infortunato Matteo Bertelle, suo grande amico. Miglior piazzamento in carriera per il francese Lorenzo Fellon del Sic58 Squadra Corse: è arrivato 13esimo.
ORDINE D’ARRIVO – 1. Sasaki, 2. Guevara, 3. Garcia, 4. Suzuki, 5. Artigas, 6. Holgado, 7. Nepa, 8. Yamanaka, 9. Oncu, 10. Toba, 11. Rossi, 12. Ortola, 13. Fellon, 14. Tatay, 15. Migno.
CLASSIFICA DEL MONDIALE – Garcia 182, Guevara 179, Foggia 115, Sasaki 113, Masia 107, Oncu 98, Suzuki 94, Migno 77, Tatay 64, Artigas 57, Rossi 52.