La Moto3 è quella categoria in cui (almeno) 10 piloti lottano per la vittoria ma alla fine vince sempre Alonso. Il colombiano non sbaglia un colpo e in Malesia firma la vittoria numero 13 della stagione, aggiornando un record che già gli apparteneva. Nella classe leggera del Motomondiale nessuno finora si era spinto tanto in là con i numeri. Le cifre fotografano una superiorità disarmante: in due stagioni iridate (meno un Gran Premio, l’ultimo del 2024) il pilota di Aspar ha trionfato in 17 dei 41 GP disputati (con 22 podi, 6 pole e 5 giri veloci), diventando il pilota più vincente della categoria. A Sepang è andato in scena il consueto Alonso-show: due terzi di gara in controllo, l’ultimo terzo in modalità attacco. Zero errori, nemmeno una sbavatura: David è un gigante, a dispetto della mitologia che descrive l’iconico personaggio di Davide, futuro re giudeo, come molto più piccolo ed esile rispetto a Golia. Nella Bibbia, Davide sconfigge il nemico grazie al coraggio e all’intelletto; in pista David mette tutti in riga sciorinando stille di talento e mostrando un campionario di qualità da scriverci un romanzo.
A leggere il suo bilancio stagionale sembra di imbatterci in una schedina del totocalcio dove a vincere è quasi sempre la squadra di casa: tutti “1”. Se arriva sul podio si arrampica su quello centrale, il più alto. Solo a Silverstone si è accontentato – si fa per dire – della piazza d’onore. Con il trionfo in Malesia salgono a sei le affermazioni consecutive, come Valentino Rossi nel 1997. E proprio al famoso “Dottore” Alonso si è ispirato per festeggiare la vittoria in Australia, l’undicesima del 2024: si è presentato sul podio con la testa fasciata insieme al suo team manager Aspar Martinez. Nel 1997 Valentino fece la stessa cosa proprio in occasione del suo undicesimo successo stagionale, quando si presentò “ferito” sul podio. Pochi giorni prima aveva avuto un incidente d’auto con il babbo Graziano e con quel travestimento aveva voluto “scimmiottare” se stesso. E chi c’era sul podio quella volta con lui? Proprio Aspar Martinez! 27 anni dopo la scena si è ripetuta. Geniale.
E gli altri? Sul podio di Sepang insieme al neo campione del mondo sono saliti il giapponese Furusato e lo spagnolo Rueda, il primo su Honda, il secondo su KTM. Ortola ha concluso il Gran Premio in quarta posizione, mentre Veijer non ha fatto meglio di quinto. La caduta di Holgado, però, consente sia allo spagnolo che all’olandese di restare in corsa per la seconda posizione nel Mondiale. Holgado e Veijer sono appaiati a quota 236 punti, Ortola li insegue a 217. Il migliore degli italiani è stato Stefano Nepa, ottavo sotto la bandiera a scacchi davanti a Matteo Bertelle e Luca Lunetta, che hanno chiuso la top ten. 13esimo Filippo Farioli.