Sedici anni, quattro podi in quattro gare, tre vittorie consecutive, 51 punti di vantaggio nella classifica iridata: sono numeri da capogiro quelli confezionati da Pedro Acosta, il nuovo fenomeno del Motomondiale. Un ruolino di marcia impreziosito dalla pazzesca impresa di Losail, dove il “rookie maravilla” della Moto3 ha vinto partendo dalla pit-lane. Qualcosa che non si era mai visto prima di allora. In questo mese e mezzo che lo ha trasformato da giovane promessa a fenomeno da copertina, Pedro non ha sbagliato praticamente nulla, nemmeno nelle strategie di gara. Anche a Jerez, dove ha vinto davanti a Fenati e Alcoba, ha dato lezioni di guida e di tattica a chi bazzica nel circus da un doppio lustro. Quello che sta facendo il ragazzino classe 2004 dal sorriso metallico e l’aria un po’ spaesata è da strapparsi i capelli. Ormai nel paddock si parla solo del suo futuro. Il suo esordio nel Mondiale non ha eguali nella storia di questo sport. Nessuno ha saputo fare meglio di lui. Un paragone su tutti: Marc Marquez ci mise oltre due anni a vincere la prima gara nella cilindrata più piccola. Acosta è atteso adesso alla prova del nove su piste su cui non ha mai corso.
La gara in terra spagnola ha ricalcato un copione già visto: un lungo serpentone di piloti che si sono contesi la vittoria fin sotto la bandiera a scacchi. Da anni la Moto3 ci ha abituati a questo tipo di gare. A Jerez le moto più veloci e performanti si sono dimostrate ancora una volta le KTM. Il turco Deniz Oncu è stato a lungo al comando, ma all’ultima curva, quando era in piena lotta per il podio, è scivolato e ha falciato gli incolpevoli Masia e Binder, finiti con lui nella ghiaia. Per lo spagnolo del team Ajo, a dir poco imbufalito, e il sudafricano un doppio zero che li allontana ulteriormente dalla vetta della classifica, nonostante fossero tra i grandi favoriti della vigilia. Sul podio sono così saliti il nostro Romano Fenati, veterano della Moto3, e Jeremy Alcoba, sempre più a suo agio sulla Honda del Team Gresini. Il “rookie of the year” del 2020 ha conquistato il secondo podio in carriera dopo quello di Portimao dell’anno scorso nonostante abbia dovuto scontare un doppio long lap penalty per guida irresponsabile durante le qualifiche del sabato. Appena giù dal podio un sempre più convincente Andrea Migno, ora terzo nel Mondiale a due lunghezze da Antonelli, ottavo al traguardo. Nono Artigas, 15° e ultimo dei piloti a punti Stefano Nepa. Fuori dai giochi Dennis Foggia, scattato dalle retrovie e protagonista di una caduta. Per il team leopard è notte fonda.
LA CRONACA – Suzuki, scattato dalla pole, parte bene e gira in testa alla prima curva (cadrà qualche gito più tardi). Gara finita anche per McPhee, al quarto zero in quattro gare. Alcoba sconta il doppio long lap penalty e resta agganciato al gruppone di testa. Acosta risale posizioni, mentre davanti a fare il ritmo è Rodrigo. Oncu balza al comando e guida il trenino KTM. Si staccano in 14, poi restano in sette. Fenati fa uno staccatone e ne passa quattro, portandosi al comando. Brividi per un contatto tra Migno e Sasaki. Intanto, in fondo al gruppo c’è da registrare la caduta di Foggia. In testa si accende la lotta per il podio: all’ultima curva Oncu travolge Masia e Binder, mentre Acosta conquista la leadership e la mantiene fino al traguardo. Ottimo Fenati, secondo davanti ad Alcoba.
CLASSIFICA – 1. Acosta, 2. Fenati, 3. Alcoba, 4. Migno, 5. Sasaki, 6. Tatay, 7. Dupasquier, 8. Antonelli, 9. Artigas, 10. Yamanaka, 11. Guevara, 12. Salac, 13. Garcia, 14. Kunii, 15. Nepa.