Tre anni per arrivare in MotoGP. In mezzo due titoli mondiali. Pedro Acosta ha bruciato le tappe: il rookie maravilla deve essersi affezionato a questo soprannome, visto che anche nel 2024 sarà un debuttante. Un rookie, appunto. Lo è stato nel 2021 e nel 2022, rispettivamente in Moto3 e in Moto2. Solo quest’anno ha corso un campionato senza essere esordiente. Nel 2021 ha conquistato il titolo nella categoria più piccola; l’anno dopo è stato – manco a dirlo – rookie of the year; e in questo 2023 ha vinto il Mondiale della media cilindrata. Nel frattempo aveva già firmato il contratto che a partire dai test di Valencia in programma tra una decina di giorni lo legheranno al team KTM, in MotoGP. E se nel 2024 sarà l’unico rookie in MotoGP avrà già messo in bacheca un altro titolo senza nemmeno aver acceso la moto!
Pedro Acosta è un predestinato. Come lo furono Valentino Rossi e Marc Marquez. I paragoni con i due campionissimi si sprecano. Fiumi di parole, ma anche di cifre. Perché se i numeri non dicono tutto, sicuramente raccontano tanto, soprattutto della carriera di un atleta. E allora mettiamo a confronto le storie sportive dei tre Fenomeni, con la F maiuscola, relativamente alle stagioni che hanno preceduto l’approdo alla MotoGP.
Valentino Rossi, prima di arrivare in 500, ha corso quattro stagioni nelle cilindrate inferiori: due in 125 e due in 250. Ha vinto il Mondiale in entrambe le classi, sempre al secondo tentativo. Una stagione per imparare, l’altra per dominare. Tra il 1996 e il 1997 ha corso in 125: nel primo anno ha trionfato una sola volta, a Brno in agosto, il secondo ben 11. Nel biennio in 125 il bilancio è stato di 12 vittorie, 15 podi e cinque pole position in 30 gare; 432 i punti conquistati. Nel biennio 1998 e 1999 Valentino ha fatto ancora meglio: nell’anno dell’esordio in 250 ha ottenuto cinque vittorie e nove podi; la stagione successive nove successi, 12 podi e 5 pole. 510 i punti nella classe di mezzo. In totale, il Dottore, che all’epoca si faceva ancora chiamare “Rossifumi”, in quattro stagioni ha corso 60 Gran Premi, ne ha vinti 26, salendo per 36 volte sul podio. Sono state dieci le pole, per un totale di 942 punti. La percentuale di vittorie è del 43%, che sale al 60 con i podi. Solo al 16 la percentuale delle pole. Numeri comunque da fenomeno vero.
Marc Marquez ha dominato la scena per dieci anni, ma nelle prime due stagioni ha fatto un po’ di fatica. I numeri relativi al biennio 2008-2009 non sono dalla sua parte. E’ vero che il campione di Cervera ha debuttato in 125 a soli 15 anni, ma nell’anno da rookie ha conquistato un solo podio in 13 gare (A Donington 2088, dietro a Scott Redding). Ha chiuso il suo primo campionato nel Motomondiale con 63 punti e il 13esimo posto in classifica. Il 2009 è andata appena meglio: un podio e due pole position in 16 gare, per un totale di 94 punti che gli hanno fruttato l’ottava piazza iridata. L’anno dell’esplosione è il 2010, letteralmente dominato da Marc, che su 17 GP ne ha conquistati dieci e altre due volte è salito sul podio. Addirittura 12 le pole position. Marquez ha vinto quel Mondiale con 310 punti e un distacco imbarazzante sugli avversari. Il passaggio in Moto2, avvenuto nel 2011, è stato ben digerito dallo spagnolo, che ha lottato per il titolo fino al tragico week-end di Sepang, quando è morto Marco Simoncelli. Il 93 è incappato in un terribile incidente che gli ha causato la diplopia e lo ha estromesso dalla lotta iridata. Ha fatto comunque in tempo a conquistare sette successi in 15 gare, più altri quattro podi e sette pole. Con 251 punti si è classificato secondo. Superati durante l’inverno i problemi alla vista, Marc è tornato in pista nel 2012 più agguerrito che mai. A fine anno si conteranno nove vittorie, 14 podi totali e sette pole. Vinto il campionato con 328 punti, ha saluto tutti per approdare in MotoGP. Riassumendo, nelle cinque stagioni tra 125 e Moto2, MM ha vinto 26 GP su 78, con 39 podi e 28 pole position. La percentuale di successi è del 33%, inferiore del 10 rispetto a quella di Rossi. Anche per quanto concerne i podi ha fatto meglio il rivale: 60% a 50%. Non c’è invece partita per quanto concerne le partenze al palo: il 36% per Marquez, solo il 16% per Valentino.
Pedro Acosta ha preso tanto da entrambi. Ma ha perfino delle qualità in più. Ad esempio, ha iniziato a vincere subito, cosa che Valentino e Marc non sono riusciti a fare. Pedro ha vinto il Mondiale al primo tentativo grazie a sei successi e ad altri due podi. Nelle 18 gare del 2021 ha firmato una sola pole ma ben 259 punti. Passato subito in Moto2 con KTM, ha inizialmente pagato un po’ di inesperienza e qualche infortunio, ma alla fine della stagione il bilancio è stato più che positivo: tre vittorie, cinque podi, una pole e 177 punti in 18 GP. Il quinto posto iridato è stato decisamente migliorato quest’anno: con due corse ancora da disputare, Acosta ha già vinto sette volte e altre sette è salito sul podio. Tre le pole, per un totale di 320,5 punti provvisori. La percentuale di vittorie si attesta al 29%, quella dei podi al 50. Molto più bassa la percentuale delle pole: solo il 9%. Ora per lui si spalancano le porte dei “grandi”, dove troverà Marquez.