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Toleman, la scuderia “home made” che rivelò al mondo la grandezza di Senna

La macchina del tempo ci porta a più di quarant’anni fa, proiettandoci nel 1981. Il Gran Premio di San Marino di quell’anno, che si corre sul circuito di Imola, vede per la prima volta in griglia anche la neonata Toleman, la monoposto che tre anni più tardi farà conoscere al mondo il talento del grande Ayrton Senna. Il progetto Toleman era nato a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta a Witney in Inghilterra. Il team, in realtà, esisteva già: era stato messo in piedi per far correre un gruppo di amici, fra cui Bob Toleman, nel campionato britannico di Formula Ford 2000. Bob perse la vita durante una gara, e la tragedia spinse il ricco fratello Ted ad acquistare una March e a iscrivere la scuderia all’Europeo Formula 2, che stravinse con Brian Henton al volante e un giovanissimo Rory Byrne (poi in Benetton e Ferrari) alla matita. L’esordio nella massima espressione dell’automobilismo risale appunto al 1981, sulle ali dell’entusiasmo per il trionfo nella categoria cadetta.

L’ITALIA NEL DESTINO – Il vernissage non è dei più felici: a Imola Henton e Derek Warwick mancano la qualificazione, complice un propulsore poco potente, un telaio da F.2, seppure potenziato, e un gommista con pochissima esperienza, la Pirelli. Dopo una lunga e imbarazzante serie di qualifiche mancate, i primi segnali di risveglio arrivano proprio a Imola, nel GP d’Italia, che in via del tutto eccezionale si corre al Santerno e non a Monza, quando Henton parte 23° e chiude la gara in decima posizione. Dopo un 1982 senza acuti, i primi segnali di vita arrivano nel 1983: Derek Warwick, al volante della TG183B motorizzata Hart, ottiene due quarti posti sul finire del campionato. Ma la vera svolta è del 1984, con l’approdo in squadra del giovane Ayrton Senna. E arriviamo al Gran Premio di San Marino, sempre lui… Dopo un venerdì disastroso, la Toleman straccia il contratto che la lega alla Pirelli e decide che è arrivato il momento di passare alla concorrenza: rompe i ponti con il gommista milanese e sigla un contratto con la Michelin. Persa la squadra di riferimento, la Pirelli continuerà a fornire i pneumatici a Osella, Skoal Bandit, Ats e Spirit, con risultati però alquanto modesti.

SENNA, DAL DRAMMA ALLA GLORIA – Al sabato si consuma una delle pagine più nere della storia sportiva di Senna, che calza per l’ultima volta le “scarpe” italiane e non riesce a qualificarsi per la gara. Sarà la prima e unica volta della carriera. Ma la storia sta per cambiare, perché poche settimane dopo il GP di San Marino si corre quello di Monaco. La gara del 1984 tra le stradine del Principato passa agli annali per il sorprendente secondo posto del brasiliano, dietro ad Alain Prost, che da lì in poi diverrà il suo più acerrimo rivale sia in pista che fuori. Una gara tutta in rimonta per Senna, disputata sotto un terribile acquazzone che rende il tracciato monegasco simile a una pista di pattinaggio.

La risalita di Ayrton dalle retrovie fino al secondo gradino del podio è un’impresa di cui si parla ancora oggi, a quasi 40 anni di distanza. Il modo in cui il fuoriclasse disegna le curve di Montecarlo potrebbe diventare materia accademica. Gli altri piloti non riescono a rimanere in pista, picchiano contro le protezioni, si ritirano. Il brasiliano, all’epoca 24enne, non commette nemmeno una sbavatura e risale fino a una manciata di secondi da un’incredibile vittoria. Che solo l’ex pilota Jacky Ickx, direttore di corsa, gli nega interrompendo il Gran Premio per pista impraticabile e decretando la vittoria di Prost, in testa in quel momento ma quasi fermo in pista per quanto va piano. Senna impiegherà anni a digerire l’affronto subìto, ma avrà ampiamente modo di rifarsi in pista.

L’ADDIO – Non si può dire lo stesso della Toleman, che alla fine del 1985 chiuderà l’avventura in Formula 1 senza vittorie, ma con tre podi. Tutti, naturalmente, conquistati dal campione brasiliano. In 131 tentativi con nove diversi piloti, la scuderia inglese è riuscita a vedere il traguardo solo in 26 occasioni. Eppure ancora oggi viene ricordata con simpatia e rispetto. Merito soprattutto di un giovane funambolo con il casco giallo, verde e nero, che ha perso la vita nel 1994 sulla pista che ha segnato, nel bene e nel male, il destino della scuderia che lo lanciò nell’olimpo dei grandi: la Toleman.

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