Trentaduesima puntata.
E’ Hakkinen show nelle qualifiche che anticipano il Gran Premio di San Marino 1999, che si inaugura sotto il segno delle McLaren e vede il ritorno di Luca Badoer sulla Minardi e l’approdo di Mika Salo alla Bar al posto dell’infortunato Zonta. La doppietta in gara sembra scontata, perché le macchine color argento, separate in prova da appena 22 millesimi, hanno una marcia in più rispetto alla concorrenza. L’unica scuderia che può crucciare il team di Woking è la Ferrari, meno veloce ma più affidabile.
Ma anche sul circuito romagnolo va in scena l’ennesimo harakiri della McLaren numero 1: a tradire il finlandese, questa volta, non è un difetto meccanico ma un errore di guida. Il campione del mondo parte lancia in resta ma dopo 17 giri si schianta contro il muro davanti alle tribune che danno sul traguardo, scatenando l’entusiasmo dei poco sportivi tifosi italiani. Michael Schumacher annusa l’opportunità di vincere e rischia una tattica molto aggressiva, basata su una sosta in più rispetto a Coulthard e a un ritmo di gara e velocità furibonda. L’azzardo e il coraggio premiano il campione tedesco, che taglia per primo il traguardo davanti a un incredulo David Coulthard, costretto ancora una volta a mangiare la polvere e a versare lacrime amare per una sconfitta senza appello.
Eddie Irvine si ritira quando è terzo per la rottura del motore, che inonda la pista d’olio e causa il testacoda dell’incolpevole Frentzen. Rubens Barrichello regala il primo podio stagionale alla Stewart, che precede Damon Hill, Giancarlo Fisichella e Jean Alesi. Questi ultimi approfittano nel doppio ritiro in “zona Cesarini” di Johnny Herbert e Alex Zanardi: l’italiano, che dopo i titoli in Formula Indy incontra non poche difficoltà ad adattarsi alle monoposto di F.1, scivola sull’olio perso dalla Stewart dell’inglese.