Patrese, Sedicesima puntata.
Siamo nel 1990 e il circus della Formula 1 approda a Imola per il Gran Premio di San Marino portando con sé alcuni cambiamenti: la Brabham licenza Gregor Foitek e ingaggia David Brabham, figlio del fondatore Jack. Foitek resta sullo schieramento grazie a un accordo con la Onyx del fuggiasco Stefan Johansson. Un altro Brabham, Gary, abbandona la Life, che lo sostituisce con Giacomelli, fermo da sette anni: la ruggine si vede e Bruno non riesce a superare lo scoglio delle prequalifiche. Infine, Emanuele Pirro torna al volante della Scuderia Italia dopo una pausa forzata dovuta a un’epatite. Le prove a Imola sono drammatiche: Alessandro Nannini e Pierluigi Martini distruggono le loro monoposto in due spettacolari incidenti, ma mentre il toscano prende regolarmente parte al Gran Premio della domenica, il pilota della Minardi è costretto a dare forfait a causa della rottura di un tallone.
Ayrton Senna conquista l’ennesima pole position davanti al compagno Gerard Berger, alle Williams e alle Ferrari. Le McLaren partono bene e mantengono le prime due posizioni, mentre alle loro spalle si scatena il caos per una manovra azzardata di Nigel Mansell, che causa l’uscita di pista della Leyton House di Ivan Capelli, a sua volta centrato da Satoru Nakajima. Thierry Boutsen supera Berger e poco dopo prende il comando grazie al ritiro di Senna, generato da un cerchione rotto. Il belga resta leader fino al 17° giro, quando è tradito dal motore Renault e lascia via libera a Berger, inseguito da Patrese e Mansell, in lotta tra loro.
La Ferrari tra le mani dell’inglese è un fulmine: in pochi giri il “leone” supera Patrese alla curva della Tosa e si avvicina a Berger, nonostante un contatto con il doppiato Andrea De Cesaris. Alla curva Villeneuve, Mansell attacca l’austriaco all’esterno ma Berger gli sbarra la strada e lo manda fuori pista, dove raccoglie terra e detriti che qualche chilometro dopo provocheranno l’esplosione del propulsore. Al 51° passaggio Patrese, che ha ereditato dalla Ferrari la piazza d’onore, supera Berger e conquista la leadership che non mollerà fino alla bandiera a scacchi. Per il pilota italiano è il ritorno al successo dopo un digiuno di sette anni. Nannini, Alain Prost, Nelson Piquet e Jean Alesi completano la zona punti.