Trentaquattresima puntata.
La guerra tra Jean-Marie Balestre e Ayrton Senna raggiunge il suo culmine a margine del Gran Premio del Brasile del 1990, patria del pilota della McLaren, dove è idolatrato alla pari di un Dio. Il presidente della Federazione, piuttosto restio a presenziare alle gare, non diserta l’appena ristrutturato autodromo Carlos Pace di Interlagos e si fa immortalare in griglia mentre manda baci alla folla che lo fischia in modo fragoroso. I tifosi lo contestano anche attraverso una maglietta ironica, ma Balestre non dà importanza alla cosa, anzi, dichiara di provare un sentimento di piacere nello sfidare una folla in delirio. Il presidente francese non porta bene a Senna, che vanifica la pole position e la testa della corsa, mantenuta per tre quarti di gara, con il doppiaggio di Satoru Nakajima, che in crisi d’assetto stringe la traiettoria e porta via il muso alla McLaren. Senna è obbligato a una sosta ai box, e quando torna in pista non ha più il tempo per colmare il divario che lo separa dal nuovo leader Alain Prost e dal compagno Gerard Berger, autore al 55° passaggio del giro più veloce.
Scintille anche alla partenza, con l’eroe di Phoenix, Jean Alesi, che si tocca con Alessandro Nannini e Andrea De Cesaris causando il ritiro di quest’ultimo. Dietro al leader Senna, risalgono Thierry Boutsen e Prost, ma il primo è protagonista di un goffo rientro ai box che gli fa perdere diverse posizioni: il pilota belga, complice un problema ai freni e la presenza di una cunetta nella corsia box, va a sbattere contro un treno di gomme impilato nel garage. Prost, intanto, si porta a dieci secondi da Senna, mentre nei loro scarichi si forma un treno guidato da Riccardo Patrese, che però va fuori gara al 66° giro. Dopo il contatto con la Tyrrel di Nakajima, la McLaren di Senna è inguidabile, e per il brasiliano la rimonta è una chimera. Prost, così, porta in trionfo la Ferrari, mentre Nelson Piquet su Benetton beffa nel corso dell’ultima tornata Alesi, in crisi con le gomme distrutte.