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Il bluff di Frentzen

Decima puntata

La pioggia caduta al sabato durante le qualifiche del Gran premio di Francia del 1999 trasforma uno degli appuntamenti tradizionalmente più noiosi del circus in una gara spettacolare, anche perché Giove Pluvio non concede tregua nemmeno la domenica. Il favorito Mika Hakkinen, infatti, parte solo dalla 14esima casella della griglia, mentre sulla pole position è parcheggiata la Stewart di Rubens Barrichello. Nelle fasi iniziali del GP David Coulthard prende il comando e va in fuga, mentre l’altro pilota della McLaren slalomeggia tra i colleghi più lenti e risale fino alla terza posizione, che diventa seconda quando lo scozzese si ritira per un’avaria all’impianto elettrico.

Le condizioni meteo a dir poco proibitive costringono il direttore di corsa a spedire in pista la safety car, che neutralizza la gara per diversi giri. Alla ripartenza sale in cattedra Michael Schumacher, che dalla quarta posizione risale fino alla prima. Hakkinen, intanto, è protagonista di un’altra grande rimonta dopo un testacoda alla curva Adelaide. Schumi, all’improvviso, deve fare i conti con un problema al cambio che lo costringe a rallentare e a fermarsi ai box per cambiare il volante. Hakkinen ne approfitta per issarsi al comando e a mettere un discreto margine fra sé e gli avversari.

Sembra fatta per il finlandese con la Freccia d’argento, al comando davanti alla Jordan di Heinz-Harald Frentzen che, però, ha il serbatoio della benzina pieno fino all’orlo. Il pilota della McLaren non lo sa, e quando si ferma ai box per il rifornimento è convinto che di lì a poco anche il tedesco della Jordan farà la stessa cosa. Ma Eddie Jordan è stato molto più furbo, perché in regime di safety car ha richiamato Heinz-Harald e gli ha fatto il pieno di carburante. Frentzen va così a vincere davanti ad Hakkinen, Barrichello, Ralf Schumacher, Michael Schumacher e formichina Eddie Irvine, con l’altra Ferrari. Ma la storia sta per cambiare, perché due settimane dopo si correrà il Gran Premio d’Inghilterra, sulla pista di Silverstone. Ma questa è un’altra storia.

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