Quarantesima puntata
E’ un Villeneuve voglioso di farsi perdonare l’incidente dell’Argentina quello che al semaforo verde esce come un fulmine dai blocchi e brucia Jabouille e Pironi, qualificati in prima fila. Il canadese si infila fra le monoposto dei due francesi e prende il comando del GP del Brasile, che si corre sotto il sole di Interlagos. Dietro al ferrarista risuonano le note della Marsigliese, visto che il trenino è composto da Pironi, Laffite, Jabouille e Arnoux. I piloti della Renault sono indiavolati, e al secondo giro Villeneuve deve lasciare strada a uno scatenato Jabouille.
Il pupillo di Enzo Ferrari, che ha spinto troppo nei primi chilometri, al settimo passaggio è già ai box per sostituire le gomme usurate (si ritira al 36° per noie all’acceleratore). Didier Pironi su Ligier Ford è vittima del distacco di una minigonna dal telaio, contrattempo che lo costringe a una sosta non preventivata. Va ancora peggio al suo compagno di marca Laffite, che al 14° giro si ritira per un problema elettrico. Le due Renault si ritrovano praticamente senza avversari, con Jabouille davanti e il connazionale a proteggergli le spalle. Ma al 26° sulla monoposto numero 15 si rompe il turbo, sovralimentato dal potenziale enorme ma ancora troppo fragile.
La scuderia transalpina è fra le prime a saggiarne i benefici ma anche a subirne le controindicazioni, visto che i motori turbo sono di un altro pianeta in termini di prestazioni ma terribilmente delicati e incapaci di coprire la distanza di una gara senza rompersi. Ne sa qualcosa Jabouille, una delle tante vittime eccellenti di questo GP, che dopo 40 giri vede il primo trionfo di Arnoux davanti alla Lotus spinta dal Ford di Elio De Angelis (mai tra i primi tre prima d’ora) e al leader del campionato Alan Jones su Williams, solo decimo in griglia a circa due secondi dal poleman. De Angelis è il più giovane pilota di F.1 a salire su un podio iridato: ci riesce a 21 anni e 10 mesi. Il precedente record apparteneva a Bruce McLaren e durava da 21 anni.
Ancora una delusione per Scheckter, tradito dal motore, mentre nei box McLaren e Arrows meccanici e tecnici possono rovesciate tante bollicine sul pavimento, dal momento che sia Prost che Patrese concludono in zona punti.. Era dal 1975 che due italiani non ci riuscivano nella stessa corsa.