Trentatreesima puntata.
La fragilità delle monoposto è il tema dominante della prima parte della stagione 1973. Affidabilità è una parola sconosciuta alla maggior parte dei team, le cui prestazioni sono condizionate da guasti meccanici o usura delle gomme. Non fa eccezione il Gran Premio del Belgio, che si corre sul circuito di Zolder e vede una lunga sequenza di ritiri a causa di problemi tecnici. Al via Peterson conserva la prima posizione davanti alla Tyrrel di Cevert, alla Ferrari di Ickx, alla McLaren di Hulme e alla Brabham di Reutemann. Il francese passa a condurre già al secondo giro e si lancia in una fuga solitaria.
Hulme scivola sull’olio perso dalla Ferrari di Ickx e precipita in classifica; sorte peggiore capita al belga, che rompe la pompa dell’olio e si ritira. Reutemann si ritrova al terzo posto ma deve fermarsi per un guasto al motore. Qualche tornata più tardi Fittipaldi e Stewart (foto di copertina di Franco Bossi) passano Peterson, mentre Cevert incappa in un testacoda e lascia il comando al campione del mondo. Stewart, reduce dal ko in Spagna, intravvede la possibilità di vincere e si lancia all’inseguimento del brasiliano: il duello si conclude a favore dello scozzese, che va a vincere la seconda gara della stagione.
La domenica si chiude con una doppietta della Tyrrel: nel finale, infatti, Cevert approfitta di un problema di pressione dell’olio sulla Lotus di Fittipaldi e va a conquistare il secondo posto. Quarto è Andrea De Adamich su Surtees, quinto Lauda, che conquista i primi punti della carriera, sesto il rientrante Chris Amon su Tecno, la scuderia fondata nel 1966 dai fratelli Pederzani. Quello in Belgio sarà l’unico punto della storia per il team, che ha esordito nel 1972 e che scompare alla fine del 1973, con appena dieci Gran Premi disputati, dopo il ritiro dei finanziamenti da parte dello sponsor Martini.