Senna, SECONDA PUNTATA
Quella del 1984 nel Principato è una delle gare più famose e foriera di polemiche della settantennale storia del Mondiale di F.1 e dà il la a un dualismo che segnerà il decennio. Su Montecarlo, il giorno della gara, si abbatte un uragano, che rende il tracciato simile a una piscina e al limite della praticabilità (già alla Saint Devote ne fa le spese Warwick). Prost parte in pole e prende le redini della corsa, mentre dietro si scatenano due piloti di belle speranze: Ayrton Senna e Stefan Bellof, rispettivamente al volante delle poco competitive Toleman-Hart e Tyrrell-Ford. Il brasiliano e il tedesco, scattati dalla 13esima e dall’ultima posizione in griglia, sono indiavolati: soprattutto Senna guida sulle uova e dà vita a una rimonta destinata a rimanere impressa nella leggenda.
Il brasiliano sopravanza Laffite, Winkelhock, Rosberg e Arnoux, ma non è ancora sazio, e va a caccia del podio. Davanti è bagarre, con Mansell che all’11° giro passa Prost, rallentato dall’urto con un commissario di percorso: il leone sei giri dopo sbatte al Casinò e si ritira. Stessa sorte per Lauda, risalito in seconda posizione, che va in testacoda e abbandona la sua McLaren a bordo strada. Ne approfittano Arnoux su Ferrari, Bellof e Senna. Il brasiliano ci crede e va all’inseguimento del francese: risale fino al secondo posto a suon di giri record, quando inaspettatamente si vede sventolare sotto gli occhi dal direttore di corsa, l’ex pilota Jacky Ickx, la bandiera a scacchi, accanto a quella rossa. Era successo che al 31° giro Prost, passando davanti ai box, avesse indicato l’avantreno della sua monoposto, ma non per chiedere l’interruzione della gara, bensì per segnalare ai meccanici alcuni problemi ai freni. Ickx interpreta il gesto come la richiesta di sospendere la corsa per pista impraticabile, e senza consultarsi coi commissari espone la bandiera a scacchi.
E’ bufera. Senna, secondo e ormai in scia a Prost, incolpa l’ex ferrarista di aver appositamente favorito il francese. Accuse di “partigianeria” che saranno riconosciute anche dalla Federazione, che multerà e sospenderà il belga dalla sua attività di direttore di corsa. Quella di Monaco è la prima schermaglia fra Prost e Senna, che negli anni a venire daranno vita a battaglie senza esclusione di colpi. Ironia della sorte, il successo “mutilato” di Monaco (ai primi sei classificati vengono attribuiti punteggi dimezzati perché i giri coperti sono stati meno della metà di quelli previsti) a fine stagione priverà Prost del Mondiale, vinto da Lauda per mezzo punto. Se la gara non fosse stata fermata, il francese sarebbe sì arrivato secondo (presumibilmente dietro a Senna), ma avrebbe incamerato sei punti e non quattro e mezzo, come accaduto.
Sul podio, davanti ai reali di Monaco, ci sale anche Arnoux, magistralmente superato da Bellof al Mirabeau Haute, ma il tedesco verrà squalificato qualche settimana più tardi perché alcune analisi rivelarono la presenza di piombo e idrocarburi nell’acqua della sua monoposto. Bellof morirà l’anno successivo nella 1000 km di Spa mentre era in bagarre all’Eau Rouge proprio con Ickx. Una beffa del destino. I restanti punti del GP di Monaco se li spartiscono Rosberg, De Angelis e Alboreto.