In pochi ne sono a conoscenza, ma Topolino andò vicino a correre in Formula 1 con una monoposto!
Non stiamo parlando, ovviamente, del personaggio immaginario creato da Walt Disney nel 1928, ma dell’omonima rivista a fumetti famosa in tutto il mondo. Molti di voi potrebbero obiettare: Paperino, altro iconico eroe di carta uscito dalla geniale mente di Walt Disney, in Formula 1 ci ha corso davvero!
Era il 1984 e l’edizione italiana di Topolino pubblicò una storia in due puntate ambientata nel mondo dei motori. Si intitolava “Zio Paperone e l’avventura in Formula 1” e resta a oggi una delle parodie a tema sportivo più belle e riuscite nella storia delle nuvole parlanti.
Nel racconto immaginato dalla matita del maestro Giorgio Cavazzano trovò spazio un pilota italiano di talento: Fulvio Maria Ballabio. Nel fumetto appare parodizzato, come tutti gli altri piloti. Si chiama Fulvio Maria Palladio e si occupa di fare da coach a Paperino, prossimo a iniziare la sua carriera in F1 al volante dell’improponibile Turbopaper MK1 fondata dallo zio per promuovere i suoi prodotti.
Uno sponsor… a fumetti per la monoposto
Proprio nel 1984 Ballabio, all’epoca quasi 30enne, tentò l’ingresso in Formula 1.
Negli anni precedenti aveva preso parte al Campionato Italiano di Formula 3, senza eccellere, e si era classificato terzo nel Campionato nazionale di Formula 2000. Nel 1983 aveva fatto il suo debutto in Formula 2, alla guida di una AGS, con cui aveva ottenuto un quinto e un sesto posto come migliori piazzamenti in gara. L’anno successivo prese accordi con la Mondadori e la Walt Disney Company che gli garantirono la sponsorizzazione necessaria per poter correre con la Spirit. Una monoposto di Formula 1 sponsorizzata da Topolino!
Spirit Racing e il settimo posto in Olanda
Facciamo una piccola escursione per parlare della Spirit.
La Spirit Racing fu fondata nel 1981 da John Wickham, un noto ingegnere del motorsport, proveniente dalla March. La squadra fece il suo debutto nel Campionato di Formula 1 nel 1983, con l’obiettivo di competere ad alti livelli. La 201 debuttò nel Gran Premio di Gran Bretagna nel mese di luglio del 1983.
Fu chiamata così perché era una Formula 2 riadattata per competere nella massima serie automobilistica. Progettata da Gordon Coppuck, la Spirit era una vettura elegante con una livrea bianca e blu caratteristica. Montava un motore Honda, che negli anni successivi fu sostituito da un propulsore Hart. Purtroppo, la scuderia non riuscì a ottenere risultati significativi durante la sua breve permanenza in Formula 1. La squadra soffrì di problemi di affidabilità e faticò a competere con i team più affermati della categoria. La migliore prestazione della Spirit Racing fu un settimo posto nel Gran Premio d’Olanda del 1983, ottenuto da Stefan Johansson, unico pilota della squadra nell’anno del debutto. Nel 1984 la scuderia sviluppò la 101 e ricevette la candidatura di Ballabio come pilota.
Emerson Fittipaldi e Mauro Baldi
Inizialmente, nei programmi della squadra, Ballabio avrebbe dovuto far coppia con il brasiliano Emerson Fittipaldi, che in Brasile aveva testato la monoposto sulla quale fu messo lo sponsor Topolino, ma la mancanza di risultati nel curriculum dell’italiano impedirono alla Federazione di poter rilasciargli la superlicenza (necessaria per competere nella massima serie). Nonostante il pilota si presentasse dotato di sponsor pesantissimi, quindi, non fu autorizzato e venne sostituito da Mauro Baldi. Negli anni seguenti si dedicò quindi alla Champ Car, in cui corse sporadicamente, e alle corse a ruote coperte, ottenendo anche un quinto posto alla 24 Ore di Le Mans del 1986, ma soprattutto alla motonautica off-shore, in cui ottenne lusinghieri risultati.
Viene ricordata con affetto
Se l’avventura di Ballabio (o di Palladio…) e di Topolino in F.1 fu bloccata sul nascere, quella della Spirit non ebbe vita lunga.
Dopo solo due stagioni e mezzo in Formula 1, la squadra si ritirò dalla competizione a causa di problemi finanziari. La breve esperienza (oltre al settimo posto di Johansson si registrano quattro ottavi posti con Baldi e l’olandese Huub Rothengatter) della squadra nella Formula 1 può essere vista come un tentativo coraggioso ma difficile di entrare in un campo altamente competitivo e costoso. Nonostante i suoi brevi percorsi in Formula 1, la Spirit Racing è ricordata con affetto dagli appassionati di motorsport per lo spirito competitivo e la determinazione. La squadra non ha raggiunto i vertici della Formula 1, ma ha comunque contribuito a scrivere una bella pagina della ricca storia di questo sport.