L’arancione è il colore predominante nella rovente notte del Qatar. Il podio è orange style: al centro, sullo scalino più elevato, c’è sempre lui: Sua Maestà Max Verstappen III. Ai lati del tulipano olandese i due piloti della McLaren di arancione vestiti: Oscar Piastri e Lando Norris, in rigoroso ordine di arrivo. E’ il canovaccio di questa fase del campionato: le vince tutte lui, il tre volte campione del mondo, mentre alle sue spalle si danno battaglia il “deb” australiano e il folletto inglese, divenuti ormai l’anti Red Bull. Il rookie è stato il grande protagonista del week-end: ha siglato la pole position della gara sprint, che ha poi dominato. Il podio di domenica è stato la classica ciliegina sulla torta.
E Le Ferrari? Non pervenute. Lente in prova, apatiche in gara. Domenica, addirittura, in pista se n’è vista una sola, perché la Rossa di Carlos Sainz non è nemmeno scattata dalla griglia a causa di un problema tecnico. Di male in peggio. E se Atene piange, Sparta non ride, perché in casa Mercedes non se la passano molto meglio. Doveva essere la domenica delle frecce nero-argento, almeno per una doppietta sul podio. Sia per i guai altrui, sia perché in prova erano state abbastanza veloci. E invece Hamilton e Russell si sono fatti del male a vicenda. Un incontro (troppo) ravvicinato alla prima curva è costato carissimo a entrambi. Lewis si è assunto la colpa dell’incidente ed è tornato a capo chino ai box. George ha ripreso la via della pista e ha faticosamente recuperato dall’ultima posizione, risalendo fino alla quarta. E’ arrivato ai piedi del podio, davanti a un frustrato Leclerc. Poi ecco Alonso, sesto sotto la bandiera a scacchi. In zona punti anche Ocon, Bottas, Zhou e Perez. A proposito di Checo, per il messicano è stato un fine settimana da incubo. La Red Bull medita sul suo futuro. Una boccata d’ossigeno per l’Alfa Romeo, che racimola sei punti grazie alla strategia e scavalca la Haas nella classifica dei Costruttori: da nona a ottava. Sembra poco, invece in soldoni vale tantissimo.
Concluso il GP, si scatena la festa. Verstappen celebra il terzo titolo da autentico dominatore. Il più facile dei tre. Manifesta superiorità, si direbbe nel baseball. L’olandese sembra senza limiti. E senza avversari. La Ferrari ha fatto la voce grossa solo a Singapore (resta ancora un mistero come ci sia riuscita). La McLaren ha recuperato terreno dopo un inizio da incubo. La Mercedes si è confermata seconda forza, ma nel 2023 è ancora a secco di vittorie. Il calo dell’Aston Martin e la crisi nera di Perez hanno contribuito a rendere il lavoro di Verstappen ancora più semplice, almeno all’apparenza. Lui, però, è un asso. Allo stato attuale per gli avversari sembra ingiocabile. Vince in ogni condizione, anche quando la direzione gara costringe i piloti a fare almeno tre soste ai box per ragioni di sicurezza. E anche quando il caldo e la fatica ti annebbiano la vista (vedi Sergeant). Onore a Max, un cannibale su quattro ruote.