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La nona sinfonia di Max

Ci sono i campioni e ci sono i cannibali, cioè sportivi capaci di dominare un’epoca divorando qualsiasi cosa capiti loro a tiro. Ed è in questa (ristretta) categoria che rientra Max Verstappen, il pilota olandese della Red Bull. In qualsiasi disciplina sportiva c’è sempre stato un atleta a dettare legge. Relativamente alla Formula 1 la lista è piuttosto lunga: da Fangio a Schumacher, da Prost a Senna, da Vettel a Hamilton, solo per citare i nomi dei piloti più titolati. Ma raramente abbiamo assistito a un soliloquio del genere. L’impressione è che il campione olandese possa monopolizzare la massima serie automobilistica così a lungo da renderla noiosa anche al più fedele degli appassionati. Max è un anti-divo, atteggiamento che lo aiuta a non perdere mai di vista l’obiettivo finale, che è uno solo: vincere.

Domenica, nella sua Olanda, davanti a un pubblico impazzito per lui, ha sciorinato una prestazione da cineteca. Si dice che i più forti siano anche i più fortunati e che senza una manciata di buona sorte non si vada da nessuna parte. Sarà anche vero, ma nel GP di casa il tulipano è stato messo a dura prova da diversi fattori esterni che potevano minare la leadership. L’arrivo della pioggia, in primis, avrebbe potuto rimescolare le carte. Così come l’ingresso della safety car e la bandiera rossa. Variabili che hanno azzerato il vantaggio del leader, ovviamente Verstappen. Il quale, invece, ha gestito le circostanze con disarmante facilità, rimanendo calmo e conservando la testa della corsa.

Solo l’iniziale pioggia, caduta appena dopo lo spegnimento dei semafori, ha dato qualche patema al campione del mondo, che si è ritrovato costretto a inseguire chi, come il compagno Perez, si era fermato ai box prima di lui, azzeccando il momento giusto per montare le gomme intermedie. Ebbene, la Red Bull numero 1 ci ha impiegato un pugno di giri per colmare il gap dalla macchina gemella e ristabilire l’ordine di partenza. Niente sembra in grado di disorientare Max, che ha raggiunto vette di autostima tali da riuscire a gestire qualsiasi situazione contingente, forte di una macchina che, sulla carta, va il doppio delle altre. Sulla carta, appunto. Perché se così fosse, la scuderia austriaca dovrebbe fare doppietta a ogni Gran Premio. Cosa che è avvenuta saltuariamente.

A fare la differenza è proprio Verstappen, collezionista di record. Quest’anno ha vinto 11 gare su 13 (nove consecutive), salendo sempre sul podio e conquistando 339 punti sui 362 disponibili. Ha completato 628 giri in testa su 796. A quasi 26 anni – li festeggerà il 30 settembre – è già salito 46 volte sul gradino centrale del podio ed è già a 5 vittorie dai 51 trionfi di un mito: Alain Prost. Ha già superato Ayrton Senna (41) e, dopo il Professore, andrà a caccia di Vettel (53), Schumacher (91) ed Hamilton, primatista con 103 successi (ma 12 anni in più sulla carta d’identità). Chi lo ferma più? Appuntamento a Monza per la “decima”.

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