E meno male che è considerato uno degli sportivi più fortunati della storia… Il modo in cui Lewis Hamilton ha perso il titolo mondiale è davvero incredibile. Gastone, per una sera, si è trasformato in Paperino. E la sua Mercedes in una Turbopaper MK1 (vedere Topolino numeri 1501 e 1502). Max Verstappen, giusto per mettere i puntini sulle i, ha meritato il titolo. O, quantomeno, lo ha meritato tanto quanto l’avrebbe meritato l’odiato rivale inglese. Ma che il fenomeno olandese lo abbia vinto perché a quattro giri dalla fine del Gran Premio degli Emirati Arabi, ultima e decisiva gara di questa entusiasmante e controversa stagione 2021, un pilota nelle retrovie si sia schiantato contro le barriere costringendo il direttore di gara a mandare in pista la safety car e ad azzerare il cospicuo vantaggio che Lewis aveva messo fra sé e il rivale della Red Bull, non è (sportivamente) giusto. Il titolo, Lewis, lo aveva praticamente già in tasca. Era in testa alla gara dalla prima curva. Aveva costruito, centesimo dopo centesimo, un tesoretto di 10-15 secondi su Max. Il quale, nonostante il gigantesco aiuto di un Sergio Perez in versione Babbo Natale (al contrario di Valtteri Bottas, che è letteralmente scomparso dai radar per tutto il week-end), si era ormai rassegnato al titolo di vicecampione dietro al (quasi) otto volte iridato. E invece…
LO SPORT COME METAFORA DELLA VITA – E invece, per spostare la Williams di Latifi (motorizzata Mercedes…), è servita la solita, vituperata safety car. Quell’auto a ruote coperte che in quasi tutti i Gran Premi la si vede sfilare davanti a tutti, come fosse lei la vera protagonista dello spettacolo. In questo caso, Verstappen ne ha tratto un vantaggio che è andato al di là dei suoi immensi meriti. Perché tutto si può dire, tranne che non abbia vinto il suo primo Mondiale solo ed esclusivamente per questa botta di fortuna. Che nello sport ci sta. Lo stesso commentatore Enzo Ferrari, sempre prodigo di massime e aforismi, un giorno disse che a un pilota di talento ne preferiva uno fortunato. Del resto è così in tante discipline sportive. Pensiamo a una partita di calcio, che è fatta di episodi e spesso viene indirizzata proprio da uno di questi. Un fallo di mano, un fuorigioco di un centimetro, un veniale contatto in area di rigore… Lo sport come metafora della vita. Una ruota che gira, da una parte o dall’altra.
L’AGO DELLA BILANCIA – Premesso ciò, un Mondiale che finisce così non è un bello spot per la Formula 1. Max, lo ripetiamo a costo di essere noiosi, ha disputato una stagione strepitosa e fino a un paio di mesi fa avrebbe strameritato questo titolo. Ma negli ultimi GP abbiamo ammirato un Hamilton da leggenda. L’inglese e la Mercedes hanno confezionato un capolavoro, riaprendo il Mondiale e facendo pendere l’ago della bilancia dalla loro parte. Detto ciò, ci sono stati tanti, troppi episodi “dubbi”. Sportellate, discussioni, ricorsi: si è visto di tutto. Una guerra fredda tra due colossi dell’automobilismo.
UN DESTINO SEGNATO – Anche la gara di domenica è stata ricca di polemiche e di casi da moviola, a cominciare dal quasi contatto alla prima curva dopo che Verstappen aveva dilapidato il vantaggio della pole position scattando dalla griglia al rallenty. Il neo campione del mondo ha ritardato la staccata infilando Lewis e costringendolo a tagliare l’intera variante, traendone vantaggio perché così facendo è riuscito a conservare la prima posizione. I commissari, in questo caso, non hanno nemmeno messo sotto investigazione l’episodio. Perché? Eppure Max era riuscito a curvare rispettando i limiti del tracciato. Ma se anche Lewis fosse stato punito avrebbe avuto tutta la gara per rimediare. Quanto è accaduto all’ultimo giro è diverso. Michael Masi, direttore di gara più volte sulla graticola in questo 2021, ha deciso di far rientrare ai box la safety car e di togliere di mezzo i doppiati per fare disputare l’ultimo giro della gara. A quel punto il destino di Hamilton era già segnato, perché Max aveva fatto in tempo a cambiare gli pneumatici montando Pirelli “fresche” che rispetto a quelle ormai usurate del 44 volavano. Verstappen ha così scavalcato il rivale Hamilton vincendo nel tripudio generale. Ma è vera gloria? Per il popolo arancione sì: la festa è appena cominciata.