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Barcellona amara per la Rossa, Max is on fire

I temi del Gran Premio di Spagna, sesta prova del Mondiale 2022.

Ferrari, ma è davvero l’anno buono?

Che la Ferrari sia tornata a essere competitiva è sotto gli occhi di tutti. A Barcellona Leclerc ha dominato le prove e giganteggiato nella prima parte di gara, dando l’impressione di poter vincere il Gran Premio di Spagna a occhi chiusi. Un successo già in cassaforte, un trionfo scolpito nella roccia. Ma poi è successo l’imponderabile, sotto forma di rottura del turbo e addio sogni di gloria. Almeno per questa domenica. Quando è andato in archivio poco più di un quarto del campionato (6 GP su 22), la scuderia di Maranello si è guadagnata i galloni di favorita. Leclerc è un asso, la nuova monoposto è velocissima. Eppure potrebbe non bastare per i Mondiali. In primis perché Verstappen sta guidando da cannibale. La vittoria del Mondiale 2021 lo ha reso ancora più forte. E’ come se si fosse tolto un peso di dosso. E ora, con l’iride in testa, sembra guidare con minore pressione. In più ha sotto il sedere una Red Bull molto veloce e (quasi sempre) affidabile. Un mix vincente. Sarà una considerazione banale, ma se non ci fosse Max, la Ferrari festeggerebbe il Mondiale ad agosto, come faceva Schumi nei primi anni Duemila. Ma a onore del vero, non c’è solo una “lattina” tra Maranello e il sogno di tornare in cima al mondo. C’è anche una monoposto fragile e un pilota (Sainz) incline all’errore. Anche Leclerc ha commesso qualche sbaglio (vedi Imola). Insomma, contro questo “Verstappen on fire” non bastano un Charles che guida alla Senna e una Rossa ritrovata. Servono affidabilità, meno errori e un pizzico di fortuna in più.

La Mercedes è tornata a un buon livello?

La Mercedes è stata la sorpresa in negativo della prima parte di stagione. Il sette volte campione Lewis Hamilton, ancora con il broncio per l’amaro finale del campionato 2021, nelle prime uscite è sprofondato nella parte bassa dalla classifica. George Russell ha fatto molto meglio, agguantando qualche podio e surclassando il blasonato compagno di team. Tuttavia, le prestazione della vettura tedesca sono sembrate lontane parenti di quelle registrate nell’ultimo decennio, quando faceva man bassa di titoli piloti e costruttori. Ma a Barcellona la musica è cambiata. Russell è stato artefice di un’ottima gara, nella quale ha battagliato con le Red Bull per i gradini più nobili del podio. Alla fine è arrivato terzo, grazie anche ai guai altrui, ma ha dato comunque l’impressione di essere molto motivato e di aver trovato un buon feeling con la vettura. Anche Hamilton ha fatto una buona gara. Al via è stato urtato da uno sconsiderato Magnussen, che gli ha rovinato la gara al punto che l’inglese, piuttosto che ripartire ultimo, ha chiesto al box di ritirarsi! Esortato dal team a restare in pista, il sette volte campione è stato capace di una rimonta straordinaria che l’ha portato fino al quarto posto, poi diventato quinto per un problema tecnico registrato negli ultimi giri. Insomma, la Mercedes è migliorata ed è tornata tra le prime tre scuderie sulla griglia, ma al momento paga dazio sia alla Ferrari che alla Red Bull. A Stoccarda, comunque, hanno rialzato la testa alla velocità della luce!

La McLaren è in crisi?

Tra le note negative del GP spagnolo c’è sicuramente la McLaren. Un acciaccato Norris ha salvato la baracca con un ottavo posto che ha il sapore del brodino caldo. Ricciardo, invece, è stato protagonista di un week-end da dimenticre, culminato con un piazzamento fuori dalla zona punti. A Woking c’è preoccupazione. L’Alfa Romeo e la Alpine al momento sono superiori alla freccia arancione. Lando e Daniel sorridono di meno. Il 2021 è già un ricordo.

Schumi Jr ancora a zero: è da Formula 1?

Quello tra Mick Schumacher e la zona punti è un rapporto “burrascoso”. Il figlio del grande Michal, in un anno e spiccioli, non ha ancora conquistato una top ten in gara. Le sue attuali prestazioni contrastano con quelle del padre, che sin dal suo approdo in Formula 1 diede sfoggio di un talento straordinario. Anche Mick ne è dotato, ma in questo automobilismo fare la differenza è sempre più difficile. Ad ogni buon conto, Schumi Jr sta crescendo. Sabato si è qualificato in quinta fila e domenica è stato sesto per qualche giro, prima di venire punito da una strategia che non ha pagato. Il suo compagno di team Kevin Magnussen sta facendo molto meglio, ma ha dalla sua una lunga esperienza nel circus. Mick ha bisogno di tempo (anche Russell, quando guidava la Williams, ottenne i primi punti dopo anni di gavetta) per sbloccarsi. Magari a Montecarlo, sede del prossimo Gran Premio. Lì suo padre fu protagonista di gare passate alla storia.

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