La Renault Dauphine Gordini è una delle vetture più iconiche prodotte dalla Renault tra gli anni ’50 e ’60. Si trattava di una versione sportiva della Dauphine, un modello presentato per la prima volta nel 1956 come piccola berlina economica destinata al grande pubblico. Ma la Gordini viene ricordata anche per una ragione decisamente meno “nobile”: fu l’auto guidata da un killer passato alla storia con il soprannome di Monsieur Bill. Cominciamo da qui.
Parigi, anni Cinquanta: Georges Rapin è un giovane affascinato dalla leggenda degli eroi gangster. Sogna di farsi una reputazione nel mondo del banditismo e per questo si lancia nello sfruttamento della prostituzione. Gira con una rivoltella alla cintura e guida una Dauphine Gordini, che lo fa sembrare un vero duro. Nel 1959, con il pretesto di un debito non pagato, uccide Muguette Thirel, 23 anni. La giovane viene attirata in una foresta, crivellata di proiettili e bruciata. Il corpo viene scoperto da un commerciante di cavalli e identificato grazie ai vestiti. Si scopre che la ragazza è stata punita perché Rapin, conosciuto come “Monsieur Bill”, era il suo magnaccia e lei non gli aveva portato abbastanza soldi. Il colpevole viene identificato e arrestato nel lussuoso appartamento di Parigi che divide con i suoi genitori. Dopo 24 ore di interrogatorio, confessa. L’orrore del delitto, i colpi di scena durante le indagini, la personalità atipica dell’arrestato e le sue incessanti ostentazioni fanno di Monsieur Bill una vera e propria star dei media. Durante la detenzione, confessa di aver assassinato anche un benzinaio, tale Roger Adam, al culmine di un banale litigio per la qualità del carburante. Il caso era irrisolto da un anno. Nei mesi successivi, il detenuto si autoaccusa di altri 11 omicidi, ma in seguito ritratta la confessione e arriva perfino a negare di essere l’assassino di Muguette e di Adam: “Ho mentito perché volevo diventare una star. La ragazza è stata uccisa da un gangster e il benzinaio da qualcuno che mi ha rubato la pistola”. Il processo attira una folla mai vista e si conclude con una sentenza di morte: Rapin viene giustiziato, ma i dubbi restano. Qualcuno definisce quello di Monsieur Bill come il primo caso di “suicidio con ghigliottina”, perché avrebbe confessato crimini mai commessi rimettendoci la vita.
Il nome Gordini proviene dal suo preparatore: Amédée Gordini, noto per le sue abilità nel migliorare prestazioni sportive delle auto. Ecco alcune delle caratteristiche principali dell’iconica auto.
Equipaggiata con un motore 4 cilindri da 845 cm cubici, la vettura vantava un incremento di potenza grazie all’elaborazione di Gordini, passando da 27 CV della versione base a 36 CV. Con queste modifiche, la Dauphine Gordini raggiungeva una velocità massima di 130 km/h, mentre la versione standard arrivava a circa 115 km/h. Montava un cambio a quattro marce sincronizzate (a differenza del tre marce della versione base), rendendo la guida più dinamica e sportiva. Esteticamente, non si differenziava molto dalla Dauphine tradizionale, ma poteva vantare dettagli sportivi e spesso era personalizzata dai proprietari più appassionati.
Ma era davvero un’auto da “duri”? La Renault Dauphine Gordini, pur essendo una vettura piccola e accessibile, si è conquistata questa fama soprattutto per il suo ruolo nel mondo del rally e delle corse su strada. L’agilità, il peso ridotto (circa 650 kg) e la trazione posteriore la rendevano molto apprezzata da piloti esperti e temerari dell’epoca. Partecipò a molte competizioni, come il celebre Tour de Corse e altre gare europee, dove si fece valere su strade difficili e tortuose. Inoltre, negli anni ’60, la Dauphine Gordini divenne un simbolo della guida sportiva popolare, accessibile anche a chi non poteva permettersi vetture sportive costose.
Era amata da un pubblico giovane e dinamico, che spesso la “spremeva” al massimo per divertirsi sulle strade secondarie. Per questo, l’auto si guadagnò la reputazione di piccola “belva” sportiva, un mezzo per chi voleva distinguersi e cercava emozioni forti senza spendere troppo. Insomma, se eri uno a cui piaceva spingere la macchina al limite, la Dauphine Gordini era perfetta per te!