Dall’inviato al Mugello.
Le pagelle del Gran Premio d’Italia.
BAGNAIA 10 – Il ragazzo ha raggiunto un livello di maturità preoccupante… per gli avversari. Al Mugello va in scena il Pecco-show: pole position con record della pista, vittoria della gara sprint e trionfo nel GP “lungo”, dominato dal primo all’ultimo metro. Un hat trick che lo proietta verso il bis iridato. Il Mugello è casa sua: disegna le curve come Giotto, le pennella come il Brunelleschi. La Ducati, arrivata a un livello inimmaginabile fino a qualche anno fa e autentica dominatrice della stagione (cinquina al sabato, poker alla domenica), gli dà una grossa mano. Ma l’impressione è che lui ci stia mettendo tanto del suo. Il brutto anatroccolo ormai è un cigno. Per gli avversari sono dolori.
MARTIN 8 – Lo spagnolo sta attraversando un ottimo periodo di forma. Sbaglia poco, concretizza tanto, a differenza del recente passato, quando dilapidava l’impossibile. Il doppio podio al Mugello è oro che cola, anche in previsione di un mercato piloti che si preannuncia bollente. Jorge sta dimostrando di non essere più un pilota da giro secco, ma anche un animale da gara.
ZARCO 7 – Ennesimo podio “basso” per il francese della Pramac, che da quando è approdato in MotoGP ha collezionato un’infinità di top-3 senza mai scalare il gradino centrale, quello più importante. L’attesa sembra interminabile, ma il “pianista” – come viene soprannominato nel paddock per le sue doti da musicista – non ha alcuna intenzione di alzare bandiera bianca. Il Mondiale è ancora lungo: per rompere il ghiaccio con la vittoria c’è ancora tempo.
MARINI 7 – Se suo fratello Valentino era il re del Mugello, lui piano piano ne sta diventando il principino. Il bravo Luca è sempre più a suo agio nella massima serie motociclistica. In prova conquista la prima fila, in gara domenica arriva quarto dopo aver accarezzato il sogno del podio. Sabato ha preso paga dal compagno di squadra, domenica gli ha restituito pan per focaccia, mettendoselo alle spalle.
BEZZECCHI 6,5 – Alzi la mano chi non si aspettava qualcosa di più dal Bez. Eppure il secondo posto nella gara sprint del sabato non è proprio da buttar via. Ciononostante, dal rivale numero uno di Pecco per il Mondiale ci si attendeva almeno una qualifica migliore e un doppio podio. Ad ogni modo, altri punti in cascina per continuare a coltivare il sogno iridato. Purché non diventi un’ossessione.
BINDER 6 – Domenica, tanto per cambiare, è il migliore tra le KTM, ma al sabato ne aveva combinata una delle sue rovinando la gara di Alex Marquez e, di conseguenza anche la sua, perché i commissari lo avevano penalizzato con un long lap penalty che lo aveva costretto a una difficile rimonta.
QUARTARARO 5 – Fabio resta uno degli idoli dei tifosi italiani, che lo osannano, ma i risultati in pista sono sempre più deprimenti e con loro sta scemando anche la voglia di lottare. Un anno buttato per il Diablo, e il futuro in Yamaha non promette nulla di buono. Per una volta ha fatto meglio Morbidelli (6).
ALEX MARQUEZ 5 – Terzo in prova, dietro al fratello con cui posa felice per una foto ricordo nel parco chiuso. Poi due zeri in gara frutto dell’irruenza di Binder e della frenesia dello stesso Alex. Che in Ducati Gresini sembrava aver ritrovato smalto, ma che deve cominciare a mettere fieno in cascina perché i passaggi a vuoto cominciano a essere troppi.
MARC MARQUEZ 4,5 – Secondo in qualifica dietro (in tutti i sensi) al solito Bagnaia, un piazzamento fuori dal podio nella sprint ed ennesima caduta nel GP di domenica. Marc ancora una volta getta alle ortiche una possibile top 4. Voleva il podio: come dargli torto? Però gli errori cominciano a essere un po’ troppi. E il Mondiale ormai è andato.
PUBBLICO 8 – Al Mugello non si dorme. 80mila spettatori solo domenica, 135mila nell’intero fine settimana. Una fiumana di persone sui prati. Tribune quasi piene. Paddock stile Fiera degli Obei Obei. Unico neo: il boato dopo la caduta di Marquez.
Foto di Giovanni Zola.