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Jorge quasi perfetto, Pedrosa è ancora un pilota

Diamo i voti al GP di Stiria, decima prova (su 18) del Mondiale della MotoGP.

MARTIN 9,5 – Ha impiegato appena sei Gran Premi, di cui uno corso con i cerotti, per vincere la prima gara in classe regina. Un successo da fenomeno, da predestinato. Fausto Gresini, che nel 2017 lo aveva rilanciato nel suo team di Moto3, ci aveva visto giusto. E non è un caso che Martin nel dopo gara abbia avuto un pensiero proprio per il compianto team manager. In Stiria Jorge è tornato a fare il Martinator. Come a Losail, quando firmò la pole e arpionò un podio al secondo GP stagionale. Poi un bruttissimo infortunio lo aveva costretto ai box per un po’. Ma lo spagnolo è tornato in pista più forte di prima. La Ducati Pramac gli farà un monumento.

MIR 8 – Ha lottato come un leone per spezzare l’incantesimo che lo vuole vincitore di un solo GP in due anni e mezzo in classe regina nonostante sia il campione del mondo in carica. Joan Mir, che ha fatto dei piazzamenti il suo cavallo di battaglia, è rimasto incollato al codone della Ducati di Martin quasi fin sotto la bandiera a scacchi. Bissare il titolo dell’anno scorso sarà difficilissimo, ma lo spagnolo, fresco sposo, non ha intenzione di cedere lo scettro senza lottare. Per adesso sul trono, fino a quando la matematica non dirà il contrario, c’è ancora lui.

QUARTARARO 7,5 – Ormai festeggia i piazzamenti come fossero vittorie, e questo può essere visto come un punto di forza ma anche di debolezza. Fabio, sempre più leader del Mondiale, ha capito che per vincere il titolo non serve andare sempre all’attacco e dominare i Gran Premi. Mir insegna che si può conquistare un’iride anche con i piazzamenti. Ragionamento che non fa una grinza ma che farebbe storcere il naso a tanti campioni del passato, che avevano la vittoria come imperativo categorico. Fabio, comunque, ha fatto di necessità virtù, mettendo in tasca ben 16 punti su una pista che poco si adatta alle caratteristiche della Yamaha.

PEDROSA 7 – Bravissimo per tutto il week-end, ma anche fortunato, perché ha potuto riprendere il via nonostante la bandiera rossa fosse stata esposta a causa sua. A parte ciò, Dani ha dimostrato di essere un pilota tutt’altro che arrugginito, forte delle migliaia di chilometri macinati come collaudatore della KTM. E vederlo girare in pista con Valentino ha fatto un certo effetto ai tifosi più nostalgici.

ROSSI 6 – Una gara decorosa, come l’ha definita lui stesso. Ma vederlo per due volte girare penultimo alla prima curva dopo due partenze al rallentatore è stato un colpo al cuore. Bravo comunque a mettere in cascina qualche punticino. Alla fine della carriera mancano ancora otto gare. Il sogno, da qui a Valencia, è regalare ai tifosi un’ultima gara leggendaria.

M. MARQUEZ 6 – Non è ancora tornato al 100 per cento della forma fisica, e si vede. La spalla gli fa male, così deve accontentarsi di un piazzamento onorevole. Per tutto il week-end ha fatto la danza della pioggia, convinto che in condizioni di pista bagnata sarebbe stato l’uomo da battere. Invece, nonostante le previsioni meteo dessero piogge, tifoni e tsunami all’ora della gara, di acqua non se n’è vista nemmeno una goccia. A conferma che la buona sorte che ha baciato Magic Marc per tanti anni per il momento gli ha voltato le spalle. In partenza ha fatto due volte a sportellate con il malcapitato Aleix Espargaro, che non gliene ha mandato a dire. Un nemico in più per un campione che deve ancora ritrovarsi.

DUCATI UFFICIALI 4,5 – Su una pista sulla quale ha quasi sempre dominato, la Rossa dei due piloti ufficiali incappa in un pomeriggio nero come il cielo sopra Zeltweg domenica mattina. Pecco Bagnaia, uno dei favoriti della vigilia, era partito bene e aveva preso il comando delle operazioni, ma per sua sfortuna la corsa è stata neutralizzata per l’incidente tra Pedrosa e Savadori. Il regolamento, purtroppo, vuole che si riparta nelle stesse posizioni ottenute in qualifica, senza che si tenga conto della classifica parziale al momento dell’interruzione. E al secondo start Pecco non ha avuto lo stesso spunto, finendo col perdere diverse posizioni. Una gomma probabilmente fallata e una penalità hanno relegato il torinese in 11esima posizione. Peggio di lui ha fatto Jack Miller, che si è steso mentre era in lotta con Zarco. Domenica, sulla stessa pista, l’ultima possibilità per rimanere agganciati al treno Mondiale.

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