L’attesa è finita: nel weekend che sta per cominciare si assegna l’ultimo titolo della stagione 2024 del Motomondiale. La classe regina, infatti, non ha ancora eletto il suo campione. Non sono stati sufficienti 19 round per incoronare il re della premier class. Due piloti sono in corsa per salire sul trono: Jorge Martin e Pecco Bagnaia, divisi da 24 punti a favore dello spagnolo. Il pilota della Ducati Pramac potrebbe chiudere i conti già sabato nella Tissot Sprint Race, che scatterà alle 15 a Barcellona: Jorge deve segnare due punti in più del torinese per mettersi in tasca il secondo titolo iridato della carriera, dopo quello conquistato nel 2018 in Moto3. Al #89 potrebbe perfino bastare un modesto ottavo posto nella gara breve, a patto che il rivale non la chiuda in zona punti, cioè tra i primi nove. In caso di successo, Martin avrebbe la certezza di vincere il Mondiale senza curarsi del piazzamento di Bagnaia. Ma le combinazioni sono tantissime. Pecco, ovviamente, punta a portare la sfida al Gran Premio vero e proprio, in programma domenica dalle 14.
In era MotoGP, cioè dal 2002, è la settima volta che il Mondiale si decide all’ultimo round.
Nel 2006, a Valencia, Troy Bayliss su Ducati vinse da wild card una delle gare sportivamente più drammatiche della storia. Valentino Rossi, scattato dalla pole, doveva gestire otto punti di vantaggio su Nicky Hayden e la sua Honda, ma cadde nei primi giri e arrivò 13esimo, racimolando solo tre punti. Kentucky Kid chiuse terzo dietro al fenomenale australiano e a Loris Capirossi sull’altra Ducati, vincendo il suo unico Mondiale MotoGP con un margine di cinque lunghezze su Vale.
Nel 2013 il rookie della Honda Marc Marquez arrivò a Valencia con 13 punti in più di Jorge Lorenzo, che guidava la Yamaha. Il maiorchino vinse il Gran Premio, ma al #93 fu sufficiente terminare terzo per vincere il primo dei suoi sei titoli in classe regina.
Due anni più tardi, nel 2015, andò in scena un altro dramma sportivo per Valentino Rossi. Il Dottore, in testa al campionato dalla prima gara, aveva sette punti da amministrare su Lorenzo, suo compagno in Yamaha, ma a causa di una penalità che gli era stata comminata in Australia dopo con un contatto con Marquez, scattò dal fondo della griglia. Dopo il via risalì l’intero gruppo fino a insediarsi al quarto posto, piazzamento che non fu sufficiente a regalargli il decimo titolo in carriera perché Lorenzo vinse gara e titolo “scortato” dalle Honda di Marquez e Dani Pedrosa.
E arriviamo al 2017, stagione che vide Marquez giocarsi l’iride con Andrea Dovizioso (+21 alla vigilia dell’ultima gara). Poco dopo il via, Marc evitò per miracolo una caduta e, scampato il pericolo, gestì la situazione arrivando terzo. Dovi cadde a cinque giri dalla bandiera a scacchi: il suo sogno svanì nella ghiaia del Ricardo Tormo.
Nel 2022 Francesco Bagnaia si presentò a Valencia con 23 punti di vantaggio sul campione in carica Fabio Quartararo. A metà stagione il pilota della Ducati ne aveva 91 in meno! Pecco corse in difesa, tagliando il traguardo in nona posizione (El Diablo arrivò quarto), portando a casa il primo Mondiale della carriera.
La stagione successiva lo stesso Bagnaia atterrò al Ricardo Tormo con un rassicurante +21 su Martin ma perse punti nella gara sprint, vinta dallo spagnolo. Pecco si riscattò alla domenica, vincendo Gran Premio e titolo, il terzo della carriera. Quest’anno la situazione si ripete, ma a parti invertite. Come andrà a finire?