Quarantaquattresima puntata
MdiMemories sconfina nel mondo delle due ruote per una puntata speciale dedicata alla Ducati e all’Austria.
Vi raccontiamo del rapporto speciale tra la Rossa di Borgo Panigale a Spielberg, cittadina nella regione della Stiria, sede di un bellissimo e moderno circuito, tra i più affascinanti al mondo: il Red Bull Ring. Siamo nel 2019 e la moto italiana, per la quarta volta consecutiva (il Motomondiale è tornato a correre tra le verdi colline della Stiria solo dal 2016 dopo una lunga pausa) trionfa sull’anello austriaco, trasformando Spielberg in una roccaforte rossa. Già nei tre anni precedenti la Casa bolognese aveva trionfato qui. Nel 2016 vinse Andrea Iannone, che sul traguardo beffò Andrea Dovizioso, suo compagno nel team ufficiale, per una manciata di centesimi. Fu un duello all’arma bianca, vinto con merito dall’abruzzese.
Per Iannone fu il primo e finora unico successo in MotoGP. L’anno successivo il Dovi si prese la sua rivincita, ma a farne le spese non fu il compagno di squadra, che nel frattempo si era trasferito in Suzuki, bensì Marc Marquez. Lo spagnolo e l’italiano diedero vita a un magnifico testa a testa che si concluse solo sotto la bandiera a scacchi. E’ passato alla storia il disperato tentativo di Marquez di passare Andrea all’ultima staccata, rischiando di centrarlo, e il gesto di stizza del forlivese mentre, scampato il pericolo, passava sul traguardo. Come a dire: «Ma sei matto? Dove volevi andare? Abbiamo rischiato di cadere tutti e due!». L’anno seguente il Dovi faceva coppia in Ducati con Jorge Lorenzo, in grande crescita ma destinato a cambiare aria a fine anno (aveva già firmato per la Honda). Tra le due moto rosse la solita HRC di Marquez. Fu un duello a tre, un “triello” per coniare un neologismo. La spuntò proprio Lorenzo, mandando in estati i tifosi della Rossa. E veniamo al 2019.
Il Dovi scatta dalla terza posizione in griglia, dietro a Marc e al francese della Yamaha Fabio Quartararo. Marc e Dovi prendono quasi subito il largo, come da copione. Lottano senza esclusione di colpi. Se le danno di santa ragione, come se non ci fosse un domani. In sala stampa, dove i giornalisti italiani e quelli iberici la fanno da padroni, va in scena il solito derby, fatto di tifo sfrenato e simpatici sfottò. I duellanti si superano in continuazione, ma sempre nei limiti della correttezza.
A poche curve dalla fine Marc va in testa e per lui sembra fatta. Il Dovi pare accontentarsi, ma all’ultimo respiro inventa una mossa che sorprende il rivale e gli fa guadagnare i titoloni sui giornali del lunedì! Dovi estrae letteralmente il coniglio dal cilindro: stacca tardi, tardissimo, in un punto impossibile, o quasi. Passa il rivale e riesce, sa solo lui come, a restare tra i cordoli della pista, a non andare per campi. Quando taglia il traguardo, sulle gradinate scoppia la festa, in un tripudio di bandiere con lo 04, il numero del forlivese, stampato sopra. Per Dovi è la vittoria più bella della sua carriera. Lo ammetterà lui stesso. Non gli basterà per vincere il Mondiale, che ancora una volta prenderà la strada di casa Marquez, ma in Austria dà prova di non essere solo un buon pilota, ma un vero campione. Oltre che un ragazzo d’oro. Un uomo normale in un mondo di robot.