L’alfabeto di Aragon
A come Acosta. Pedro è tornato a fare il rookie Maravilla dopo un paio di Gran Premi da pilota normale. Ad Aragon inanella altri due podi, che portano il totale stagionale a sette nella stagione d’esordio. Il bello deve ancora venire.
B come Bagnaia. Il patatrac con Marquez Jr con corollario di accuse è un mezzo disastro per il campione del mondo: podio buttato e futuro incerto, visto che dalla prossima stagione dividerà il box con l’ingombrante fratello di Alex. Pecco ha un nemico in casa.
C come Chantra. Il tailandese è sesto al traguardo ma aveva già vinto due giorni prima, quando era stato annunciato il suo approdo in MotoGP nel team LCR. Applausi.
D come Dixon. In Moto2 il pilota più in forma è l’inglese del team Aspar. La vittoria lo rilancia in chiave iridata, perché i primi in classifica avanzano al rallentatore.
E come Espargaro. Il Gran Premio di casa si trasforma in un incubo per lui e l’Aprilia ufficiale. La testa è già a Misano.
F come Fernandez. Raul è in crescita ma concretizza poco, Adrian ha già un piede e mezzo fuori dalla griglia: farà il collaudatore.
G come Gresini. Sulla Ducati azzurra finora in MotoGP aveva vinto solo Bastianini. Marc spezza il tabù e la riporta sul trono. Che la festa abbia inizio!
H come Honda. Il team Cecchinello salva baracca e burattini, com entrambi i piloti a punti (Nakagami addirittura undicesimo). Anche Mir ne racimola due, ma il bilancio resta disastroso.
I come Ivan Ortola. Il talento spagnolo incappa in un weekend storto e chiude solo dodicesimo la gara della Moto3. Addio sogni iridati.
J come Jorge Martin. Si è abbonato al secondo posto, che ad Aragon ha festeggiato come una vittoria perché qui Marc era imbattibile.
L come Luca Lunetta. E’ nata una stella. Si rivede sul podio un pilota con il numero 58. E corre per il team Simoncelli. Una favola.
M come Marc Marquez. 1.043 giorni dopo, riesco Marc. Mai visto così felice, nemmeno dopo il primo titolo.
N come Nadia Padovani. La moglie del compianto Gresini ha un fiuto formidabile. L’ingaggio di Marc Marquez è stata una genialata, che ha dato i frutti sperati. A fine anno saluterà Magic, ma nel frattempo ha già trovato in Fermin Aldeguer un degno sostituto.
O come Oncu. Primo podio nella classe di mezzo per Deniz. L’ultimo di un pilota turco era stato firmato 13 anni fa dal suo manager Kenan Sofuoglu.
P come Pneumatici. Tre piloti penalizzati per pressione delle gomme irregolare, ovviamente senza averne colpa. Regola da rivedere, subito!
Q come Quartararo. A punti nella sprint, ma è un fuoco di paglia. Sprondonda in qualifica, cade nel GP dopo pochi giri.
R come Rueda. Il rookie trionfa in Moto3. Ha talento da vendere e lo sta finalmente dimostrando.
S come Simoncelli. Paolo si commuove sotto al podio. Dopo tanta fatica, un pilota del suo team è tornato a stappare il prosecco. E lassù anche il Sic festeggia.
T come Trackhouse. Il team satellite Aprilia, diretto da Davide Brivio, fa meglio di quello ufficiale. E non è una novità.
U come Ultimo. Altra domenica da fanalino di coda per Luca Marini: la RC212V è un disastro.
V come Veijer. L’olandese parte prudente, poi risale e conquista un ottimo secondo posto in Moto3. Con il leader Alonso lontanissimo, l’orange ha nel mirino la piazza d’onore.
Z come Zarco. Il francese accede in Q2 e firma il decimo tempo in prova. E va in punti domenica (tredicesimo). Uno boccata d’ossigeno per la derelitta Honda.