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Martin Misan King e Bez, l’uomo col megafono

Le pagelle del Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini

Dall’inviato a Misano (foto di Giovanni Zola)

MARTIN 9,5 – Da Martin cascatore a Martinator. A 25 anni Jorge ha raggiunto la piena maturità ed è diventato un pilota fortissimo. Sul giro secco è uno spettacolo (in carriera ha già firmato 31 pole position). A Misano azzecca il week-end perfetto: partenza al palo e due vittorie. Nelle gare è riuscito a tenere a bada due mastini come Bezzecchi e Bagnaia, che correvano sulla pista di casa ed erano sospinti da centomila tifosi. L’obiettivo di Jorge è far venire i sensi di colpa ai vertici Ducati, che un anno fa gli preferirono Bastianini per il team ufficiale. Visti i guai di Enea, lo sta centrando in pieno. RE.

BEZZECCHI 8,5 – E’ l’idolo dei tifosi, che rivedono in lui lo scanzonato Marco Simoncelli. Bez è cuore e sostanza. Veloce come il vento, simpatico come pochi. Il numero 72 campeggia ovunque sulle tribute e sui prati, forse più del 63 di Bagnaia e perfino del 46 di Rossi, che qui è ancora celebrato come un Dio. A Misano Bez si abbona al secondo posto, ma contro un Martin formato Verstappen è come una vittoria. IDOLO.

BAGNAIA 9 – In una situazione normale avrebbe meritato solo un 7, ma a Misano ci è arrivato sulle stampelle ed è andato via quasi strisciando. A rivedere le immagini dell’incidente di Barcellona sembra impossibile che sia riuscito a risalire in moto dopo cinque giorni. E che lo abbia fatto alla sua maniera: lottando per le primissime posizioni. E nel Gran Premio si prende anche il giro più veloce. Bello e corretto il duello con Pedrosa. EROICO.

PEDROSA 9 – Strepitoso. Altro che Torero Camomillo. Dani viaggia ancora come un treno, mostrando al mondo intero tutto il suo valore. Con lui come collaudatore la KTM ha spiccato il volo. Ma anche quando si cala nuovamente nei panni del pilota, lo spagnolo distribuisce stille di gran classe. Peccato per il podio mancato, ma non è più abituato al corpo a corpo e avere davanti un pilota in lotta per il Mondiale ti fa ragionare quel secondo in più. ETERNO.

APRILIA 6 – Noale resta a bocca asciutta dopo la sbornia di Barcellona. Vinales agguanta la top-5 ma incassa dieci secondi dalle Ducati. Aleix, complice una condizione fisica non ottimale dopo una caduta nelle libere, arranca 12esimo. Misano non è una pista Aprilia, e si è visto, ma da qui a novembre c’è tempo per prendersi altre soddisfazioni. GAMBERO.

BINDER 6 – Arrembante come sempre, a costo di gettare tutto alle ortiche. Nella sprint race chiude nei tubi di scarico di Pedrosa, nel GP cade mentre è in top-5, si rialza e arriva 14esimo a poco più di venti secondi dal leader. Ormai è un top rider, deve solo cadere di meno e capitalizzare di più. SPRECONE.

YAMAHA 3 – Toccato il fondo. Dalle stelle alla stalle in un anno e mezzo. Quartararo è un leone ma non fa meglio di 13esimo. Morbidelli conquista un punto ma la sua Yamaha va così piano che viene superata perfino da Binder, che ha ripreso la via della pista dopo una caduta. Franco si consola con un record: è rimasto l’unico pilota della griglia a essere andato a punti in tutte le gare. Un brodino caldo in una stagione disgraziata. SPROFONDO BLU.

M. MARQUEZ 7 – Miglior risultato “domenicale” per il fenomeno di Cervera. Chiude settimo e merita un 7. Considerazione che fino a tre anni fa sarebbe stata una follia. Ma con la Honda di oggi, è un risultato quasi miracoloso. E ora che farà Marc? Malissimo le altre HRC: Nakagami (4) taglia il traguardo in 19esima posizione, un frustrato Mir (4) cade per l’ennesima volta in stagione mentre Takumi Takahashi (0) non si qualifica nemmeno. Un record negativo destinato a rimanere nel libro nero della MotoGP. TREGENDA.

MILLER 4 – Involuzione preoccupante. Sulla moto numero 43 incombe il fantasma di Pedro Acosta. SOTTO PRESSIONE.

R. FERNANDEZ 7 – Ottavo sotto la bandiera a scacchi: è il miglior risultato in carriera in MotoGP. RINASCITA.

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