Dall’inviato a Misano (foto di Giovanni Zola)
A Misano torna il giallo, come ai tempi di Valentino. Per una domenica la Ducati ha abbandonato il tradizionale color rosso per tingere livree e tute di giallo: un omaggio a tanti iconici modelli come la 748 o la 750 Sport, motociclette che hanno contribuito a rendere leggenda la Casa di Borgo Panigale. Un tributo alla sua storia sportiva.
E anche di giallo vestita, la Desmosedici ha dominato la scena, ridicolizzando la concorrenza. Sia sabato che domenica il team bolognese l’ha fatta da padrone assoluto, in prova come in gara. Jorge Martin, Marco Bezzecchi e Francesco Bagnaia, in rappresentanza di tre differenti team (a riprova di quanto siano veloci sia le Ducati “ufficiali” che quelle “private”), sono scattati insieme dalla prima fila della griglia e hanno completato sia la sprint race del sabato che il GP di domenica nello stesso ordine. Ormai non fa quasi più notizia, ma quello di Misano è stato il 38esimo Gran Premio consecutivo con almeno un ducatista sul podio. Ed è stata la quinta “tripletta” stagionale dopo quelle in Argentina, Francia, Mugello e Germania. Un monopolio.
Mi manda Gresini
Jorge Martin, che nel 2018 vinse il Mondiale Moto3 con il team Gresini, ha regalato alla Rossa il nono successo stagionale, avvicinando il record di successi del 2022, quando furono 12 e portarono allo storico titolo Mondiale piloti. Lo spagnolo, in grandissima ascesa e tornato improvvisamente in piena lotta per il titolo, ha conquistato la terza vittoria in top class della carriera dopo quelle in Stiria nel 2021 e in Germania quest’anno, quando mise il sigillo anche sulla gara sprint del sabato pomeriggio. Jorge è diventato così l’ottavo pilota ad aver conquistato più di due gare di MotoGP in sella alla Ducati. Quello di Misano, infine, è stato il suo quinto podio stagionale. E senza gli zeri in Portogallo e ad Austin, ora sarebbe ancora più vicino a Bagnaia nella classifica generale.
La via delle Indie
A Misano, davanti a 80mila spettatori (oltre 140mila nell’arco dell’intero week-end), i più osannati sono stati Marco Bezzecchi e Pecco Bagnaia. Dal Bez, che considera il Santamonica il suo giardino di casa, ci si aspettava tantissimo. E lui non ha tradito le attese dei tifosi lottando fino alla fine per la vittoria nonostante non fosse fisicamente al cento per cento perché ancora acciaccato dopo la caduta a Barcellona. Dal torinese campione del mondo, invece, ci si attendeva una gara in difesa dopo il pauroso incidente di domenica scorsa in Catalunya. Bagnaia ha stretto i denti e non solo ha limitato i danni, ma è anche riuscito a salire due volte sul podio. Un doppio miracolo. Domenica, nel parco chiuso, appariva stremato. Ora avrà qualche giorno per riposarsi prima di partire per l’India, dove si correrà per la prima volta nel week-end del 22-24 settembre.
I magnifici tre
Riguardo alla classifica iridata, in due gare Martin ha recuperando 30 punti al rivale, portandosi a -36 dal leader. Il Mondiale è apertissimo. Nella lotta potrebbe inserirsi anche Bezzecchi, distante 65 punti dalla vetta. Insomma, il titolo del 2023 sarà un affare di famiglia. Un tempo a giocarsi il titolo erano Rossi, Biaggi e Capirossi. Oggi i magnifici tre sono Bagnaia, Bezzecchi e Martin. Cambiano le epoche, ma non diminuisce il calore della gente. Una curiosità: nel biennio 2015-2016 Bagnaia e Martin furono compagni di squadra in Moto3 con la Mahindra: l’italiano conquistò due gare e salì altre cinque volte sul podio (211 i punti totali). Martin, invece, riuscì a scalare il podio solo in un’occasione (117 punti). Sette anni dopo, un nuovo avvincente confronto.