“E’ davvero difficile trovare le parole giuste in momenti come questo. Dopo oltre 16 anni in cui abbiamo sperato che questo giorno non arrivasse mai, il nostro amato Arturo ci ha lasciato. Ed è come se una parte di noi se ne fosse andata con lui. È stato a tutti gli effetti un membro dell’autodromo di Imola, il primo ad arrivare in circuito alla mattina quando aprivano gli uffici e l’ultimo ad andarsene al tramonto, dopo aver timbrato il suo cartellino. È stata la nostra mascotte, il nostro terapista e il nostro collega di lavoro più divertente. Non c’è appassionato di motorsport che non lo ricordi, perché era pronto a dare il benvenuto a chiunque entrasse nell’edificio della direzione gara. Ci mancherai più di quanto lo possiamo esprimere a parole. Sarai per sempre il nostro Formulino!”.
E’ con queste struggenti parole che alcuni giorni fa sulla pagina Instagram a lui dedicata è stata diffusa la notizia dell’improvvisa scomparsa di Formulino, il gatto mascotte dell’autodromo di Imola. Ve ne avevamo parlato un anno fa, quando la storia di questo elegante Soriano era diventata virale. Formulino c’era già da molto prima, ma la sua fama è cresciuta in modo esponenziale durante il Gran Premio dell’Emilia Romagna del 2020, in piena pandemia. In quel periodo il paddock era semi-deserto a causa delle restrizioni ed era impossibile non far caso a un micio che zampettava qua e là tra un box e l’altro durante le varie sessioni di prove. E la sua presenza costante non era passata inosservata neppure ai piloti, tra cui Sebastian Vettel, all’epoca in Ferrari, e Lewis Hamilton, su cui Formulino si era strusciato durante il rituale delle interviste. Da quel momento il mondo intero si era accorto di Formulino, alias Arturo, piccola star pelosa dallo spirito libero. La pagina Instagram @formulinotheking era cresciuta fino a sfiorare i 50mila followers. La sua storia aveva fatto il giro di giornali e televisioni. Si era così scoperto che Arturo, in realtà, viveva in una casa e aveva una famiglia.
La sua padrona, Elisa Cornacchia, ci aveva raccontato di averlo adottato quando era molto piccolo ma di averlo sempre lasciato libero di uscire di casa per raggiungere il suo posto del cuore: il vicinissimo autodromo intitolato a Enzo e Dino Ferrari. Elisa lo aveva trovato vicino a un laghetto a Borgo Rivola, il paese in cui è cresciuto un altro mito: Loris Capirossi. E’ in queste terre, dove si respira odore di benzina a pieni polmoni, che Formulino era diventato una vera e propria istituzione, sia per i dipendenti della struttura che per i piloti, al punto che era stato munito di un pass Vip con tanto di foto identificativa e di soprannome: “Imola Cat”! Sul web e sui social ci sono migliaia di immagini che lo ritraggono ai box, in pista, negli uffici e in sala stampa mentre sfoggia la sua magnetica indifferenza felina.
Pose che hanno catturato l’attenzione di tutti gli appassionati, ma non solo. Formulino trascorreva le giornate in autodromo, ma la sera tornava a casa dalla sua famiglia. Una vita a 200 all’ora terminata con l’ultimo giro di pista, due giorni prima di Ferragosto.
La notizia della sua morte ha commosso tutti ed è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Sono migliaia i messaggi lasciati sulla pagina Instagram del micio, molti dei quali postati da piloti, giornalisti e addetti ai lavori, cioè da persone che hanno avuto la fortuna e il privilegio di conoscere dal vivo Formulino. C’è perfino chi ha lanciato la proposta di costruirgli una statua, naturalmente da erigere all’interno di quella pista che lui amava tanto e che proprio quest’anno festeggia i 70 anni. Una pista resa celebre dalle migliaia di corse motociclistiche e automobilistiche. È tra le più amate dai piloti e dai fans. Un tracciato vecchio stile, con continui saliscendi e tante curve veloci. Un anello d’asfalto che solca le colline bolognesi, lambendo alberi secolari e case tuttora abitate. Formulino viveva in una di queste ma ogni giorno, da 16 anni, usciva per raggiungere l’ufficio. Il suo lavoro era il più bello al mondo: migliorare la vita degli altri. E ci è riuscito in pieno.
Elisa Cornacchia, la sua padroncina, lo ha ricordato sulle colonne del Nuovo Diario Messaggero: «Nonostante la sua pelliccia fosse ancora folta e lucente e il suo carattere bonario e gioviale, era vecchietto: aveva più di 16 anni e acciacchi e problemi di salute erano sempre più ricorrenti; un’infezione urinaria l’ultima, quella che se lo è portato via. Arturo era veramente una star e da tale ha vissuto e se n’è andato: circolava liberamente là dove nessuno poteva, in mezzo a piloti di fama mondiale come Hamilton e Leclerc, presenziava ogni giorno alle riunioni della direzione gara direttamente dalle poltrone dei manager, sfoggiava il suo invidiato pass vip in occasione delle attesissime gare di F1 e si beava facendo le fusa quando veniva ripreso dai cameraman. Era davvero straordinario: ha sfatato molti pregiudizi sul mondo felino, come quelli che vogliono il gatto come animale schivo, indifferente e opportunista. Lui era tutto l’opposto. Rendermi conto di quanto amore abbia ricevuto sia in vita che in questo momento difficile ha alleviato un po’ il mio dolore per la sua perdita. Altra consolazione è sapere che ha vissuto una vita piena e felice, benvoluto e vezzeggiato da tutti, una vita privilegiata che pochi animali hanno la fortuna di condurre. Su suggerimento di alcuni suoi fan mi è quindi venuta l’idea di aprire una raccolta fondi per commissionare a un artigiano una statuetta in sua memoria da collocare in autodromo e di raccogliere fondi anche per aiutare quei gatti che hanno avuto meno buona sorte di lui. Arturo, Formulino, comunque si voglia chiamarti, hai lasciato il segno in tante persone e manchi già a tutti. Ciao campione».