Non è stato un anno facile per il Max Racing Team. E non parliamo di risultati in pista, dove la squadra si è fatta valere. Se da una parte lo scozzese John McPhee, eterna promessa mai sbocciata della Moto3, è incappato in una stagione da dimenticare a causa di un infortunio, dall’altra il suo compagno, il giapponese Ayumu Sasaki, ha sciorinato prestazioni di altissimo livello vincendo due Gran Premi e salendo per altre sei volte sul podio. Leggendaria, soprattutto, la vittoria in Austria, dove il kamikaze nipponico ha rimontato quasi 30 posizioni dopo che gli erano stati inflitti due long lap penalty. Una cavalcata inarrestabile culminata con un successo destinato a restare negli annali di questa categoria.
Ma le buone notizie finiscono qui. Max Biaggi, che oltre ad aver conquistato sei titoli mondiali da pilota si è rivelato un team manager molto capace, ha dovuto fare i conti con situazioni che con la pista hanno ben poco da spartire. In primis, l’affaire sulla proprietà della squadra. Max ne ha rivendicato l’appartenenza, ma la stessa cosa ha fatto Peter Oettl. Il romano ha prodotto la documentazione che attesta come sia stato lui a firmare i contratti con Husqvarna Motorcycles. Inoltre, il Corsaro ha in dote il main sponsor Sterilgarda. Ma non solo, possiede anche tutta l’attrezzatura logistica e ha in capo i contratti con i piloti e con i tecnici. Oettl, da parte sua, avrebbe in mano un accorto firmato con la Irta. La disputa sta avendo strascichi giudiziari e non si è ancora risolta.
I guai non finiscono qui, ma si spostano dagli uffici ai box. Durante il turno di qualifiche di Aragon due telemetristi del Max Racing avevano letteralmente bloccato Adrian Fernandez del team KTM Tech3, trattenendolo in pit lane. Un vero e proprio placcaggio che aveva come obiettivo quello di impedire allo spagnolo di prendere il gancio di Sasaki. Un gesto antisportivo che, per fortuna, le telecamere hanno immortalato. I due meccanici sono stati prima sospesi e poi licenziati da Biaggi. Finita qui? Neanche per idea.
Poche settimane più tardi è scoppiato il caso Tom Booth Amos, pilota britannico attualmente in Supersport. In un video risalente alla stagione 2019 si vede un meccanico del team Cip insultare e picchiare Booth Amos durante il Gran Premio di Thailandia. Il pilota, che all’epoca correva in Moto3, era rientrato ai box e aveva detto qualcosa al suo capo tecnico, il quale aveva reagito aggredendolo verbalmente e fisicamente. Un video shock venuto alla luce solo oggi. Booth Amos, infatti, era stato minacciato affinché non raccontasse a nessuno quanto avvenuto. Il meccanico in questione l’ha fatta franca per tre anni, visto che nessuno ne era a conoscenza tranne i diretti interessati e qualche testimone, che però si è guardato bene dal denunciare l’accaduto. Oggi che è di dominio pubblico, il protagonista dell’increscioso episodio è stato allontanato dal paddock. A licenziarlo è stato ancora una volta Max Biaggi, visto che nel frattempo il meccanico era passato dal team Cip al Max Racing Team. Il Corsaro non dimenticherà facilmente la stagione 2022.