I voti alle marche dopo il GP di Gran Bretagna
Ducati 8 – E’ la moto da battere, con un pilota attrezzato per vincere il Mondiale. E allora perché si trova a 49 punti dalla vetta dietro alla Yamaha e all’Aprilia? Senza Marc Marquez, la Ducati aveva tutte le carte in regola per conquistare quell’iride che a Borgo Panigale manca dal giurassico 2007. Ma sia nel 2020 che nel 2021 il titolo è rimasto in Giappone. E anche in questo 2022 le cose potrebbero andare allo stesso modo. Pecco, però, con un colpo di reni improvviso, ha rimesso la Rossa in corsa per il titolo. E’ pur vero che 49 punti di stacco sono tanti, ma lo stato di forma del torinese, unito ai problemi della Yamaha, potrebbero trainare la Desmosedici verso l’iride. Il voto è per quello che sta facendo la Ducati oggi, cioè è tornata a vincere.
Aprilia 9 – La grande sorpresa del 2022 non si ferma più. Se le prime gare potevano essere viste come un fuoco di paglia, ora che abbiamo superato la boa di metà stagione trovare l’Aprilia ancora così in alto non può più essere solo un caso. A Noale hanno lavorato in maniera sublime, migliorando una moto che di base era già buona ma a cui mancava qualcosa per mettere il naso davanti a tutti. E anche la scelta dei piloti ha pagato: Aleix Espargaro è perfetto nel ruolo di capitano e sta facendo un lavoro straordinario; Vinales ha acquisito fiducia ed è sempre più in sintonia con la moto e con il team. Top Gun è già arrivato sul podio due volte e ha il mirino puntato sul gradino centrale. Anche per lui l’appuntamento con la prima vittoria è solo una questione di tempo.
KTM 6,5 – Sempre indecifrabile: capace di tutto e del contrario di tutto. Anche a Silverstone i piloti ufficiali non hanno sfigurato. Soprattutto Miguel Oliveira è stato protagonista di una buona gara, conclusa al sesto posto ad appena due secondi e sette decimi da Bagnaia. E anche Brad Binder non è andato male, chiudendo undicesimo dopo un buon avvio. Il podio non è lontano, ma per salirci con continuità serve fare qualcosa in più. Miller sarà in grado di far fare al team austriaco quel salto di qualità che è mancato finora? Nel frattempo il team satellite Tech3 naviga costantemente fuori dalla zona punti: Remy Gardner, che verrà confermato per un altro anno, sta facendo meglio di Raul Fernandez, destinato a uscire dall’orbita KTM per entrare in quella Aprilia. Chi ci guadagna di più?
Yamaha 5 – Il voto è la media tra il 9 di Quartararo e il 2 degli altri piloti. Fabio è in testa al Mondiale e sta lottando con le unghie e con i denti per rimanerci. Ma dietro la concorrenza è agguerritissima. Il francese, da solo, sta tenendo in piedi un’intera marca. Come faccia, è un mistero grande come una casa, visto che la Yamaha è palesemente la moto più lenta dell’intera griglia. Insomma, El Diablo sta facendo i miracoli. Altrettanto non si può dire degli altri piloti, a cominciare da Franco Morbidelli, che si è perso nella giungla del fondo classifica. Dalla Gran Bretagna il Morbido è tornato con un misero punticino, chiudendo 15° davanti al quasi pensionato Andrea Dovizioso. Franco ha già un contratto con il team ufficiale per il 2023, e non sembra aver paura di perdere il posto. Il Dovi, invece, ha archiviato il terzultimo capitolo della sua lunga carriera, che si concluderà il 4 settembre a Misano. Per quanto riguarda Darryn Binder, l’australiano anche a Silverstone è finito nelle sabbie mobili della parte bassa della classifica, ma almeno lui ha l’alibi di guidare una moto vecchia.
Honda 2 – A Silverstone la migliore Honda al traguardo è stata quella di Nakagami, che è arrivato 13esimo, davanti a Pol Espargaro. Addirittura 17esimo e 19esimo Alex Marquez e il collaudatore Bradl. La cosa incredibile è che queste debacle sono diventate la normalità e nessuno ne parla più. Ma vedere la madre di tutte le moto ridotta così fa una certa impressione. E anche dispiacere. Forse l’unico a gongolare è Marc Marquez, che guarda le gare dal divano di casa. Ma al campione conviene davvero forzare i tempi per rientrare già nel 2022? Forse no.