Il Motomondiale torna in Indonesia dopo un quarto di secolo. Era dal 1997, infatti, che il circus non approdava nell’arcipelago del Sud-Est asiatico. La prima edizione risale all’anno precedente, il 1996. In entrambe le occasioni si corse a Sentul. Quella di quest’anno sarà quindi la terza edizione del Gran Premio d’Indonesia, la prima sul neonato Pentamina Mandalika Circuit.
GIAPPONESI E ITALIANI
La gara inaugurale delle 500 vide il trionfo di Mick Doohan su Honda, iprimo al traguardo davanti ad Alex Barros e Loris Capirossi. Per il pilota di Borgo Rivola, esordiente in top class, fu il secondo podio stagionale. Tetsuya Harada su Yahama vinse la gara delle 250, mentre in 125 la spuntò Masaki Tokudome su Aprilia. Nel 1997, invece, la classe regina registrò la vittoria di un altro giapponese: Tadayuki Okada, sempre su Honda. Per il nipponico fu il primo successo in 500. Max Biaggi e Valentino Rossi scalarono il gradino più nobile del podio rispettivamente nella classe intermedia e nella piccola cilindrata. Entrambi, alla fine del 1997, conquistarono il titolo.
ANCHE LA SUPERBIKE
L’Indonesia è uno dei sette Stati asiatici in cui si è corsa almeno una tappa del campionato del mondo di motociclismo. Gli altri sei sono: la Thailandia, la Turchia, il Giappone, la Malesia, la Cina e il Qatar. Il Mandalika è diventato il 12° differente circuito asiatico a ospitare il circus. E’ stato inaugurato nel novembre del 2021 dall’Asia Talent Cup per poi accogliere i piloti della Superbike per il round decisivo del Mondiale dell’anno scorso. Le altre piste del continente asiatico sulle quali ha fatto capolino il Motomondiale sono: Motegi (63 gare), Sepang (62), Losail (59), Suzuka (56), Sha Alam (21), Shangai (12), Istanbul Park (9), Fisco/Fuji (8), Sentul (6), Buriram (6) e Johor (3). Mandalika è il 73° autodromo sul quale si corre in classe regina, il 30° dell’era MotoGP (dal 2002). Dall’11 al 13 febbraio di quest’anno a Mandalika si è tenuta una tre giorni di test, al termine dei quali la pista è stato in parte riasfaltata.
LE PRIME LIBERE
Nel frattempo sono andate in archivio le prime prove libere . In MotoGP c’è stato il colpo di reni della Yamaha, che ha messo entrambi i piloti ufficiali davanti a tutti. Fabio Quartararo, in difficoltà nelle FP1, ha messo il turbo nelle FP2 siglando il miglior tempo in 1’31’608. Alle sua spalle Franco Morbidelli sull’altra Monster Energy Yamaha. Bene anche le Ducati Pramac, con Johann Zarco terzo e Jorge Martin quarto. La combinata dei tempi premia anche il nostro Enea Bastianini, quinto con la Ducati del team Gresini. L’eroe del Qatar paga appena tre decimi dal leader. Un’altra Ducati chiude la provvisoria seconda fila: è quella di Jack Miller, che ha fatto decisamente meglio del compagno di squadra Pecco Bagnaia, appena 21°. Settima la prima delle Aprilia, quella del “solito” Aleix Esparagaro, che al momento divide la terza fila con Bran Binder e Miguel Oliveira, entrambi sulla KTM ufficiale. Chiude il gruppo di piloti provvisoriamente in Q2 Alex Rins, con la Suzuki. Se finisse così (e non è escluso viste le “pazze” condizioni meteo) dovrebbero disputare la Q1 Dovizioso, Nakagami, Vinales, Di Giannantonio, Bezzecchi, Alex Marquez, Fernandez, Gardner, Pol Espargaro, Mir, Bagnaia, Marc Marquez, Darryn Binder e Luca Marini. Marc è solo 22° in quanto vittima di una caduta nelle FP2. Al mattino, nella FP1, al comando c’era l’altra Honda ufficiale di Pol Espargaro, poi spronfondato nei bassifondi della classifica al pomeriggio.