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La tragedia di Lorenzo Bandini

Bandini, Diciassettesima puntata

La macchina del tempo ci porta indietro di oltre 50 anni, più precisamente al 1967. Siamo nel principato di Monaco, dove si corre il GP più glamour della stagione. Sulla stradine del Principato va in scena il 152° Gran Premio della storia. Una gara che, purtroppo, verrà ricordata per un’immane tragedia che ci porta via uno dei più forti piloti italiani dell’epoca. 

E allora partiamo dalla fine. Giro 82: Lorenzo Bandini alla chicane del porto colpisce, a causa dell’alta velocità, una bitta di ormeggio delle navi e si cappotta. La Ferrari prende fuoco, e il pilota non riesce a sganciare le cinture. Quando il rogo è spento, il pilota italiano, che in un primo momento si pensava fosse finito in acqua (come successo ad Alberto Ascari nel 1955), viene estratto dalla monoposto in condizioni disperate a causa delle gravi ustioni riportate. La morte sopraggiunge tre giorni più tardi in un letto dell’ospedale di Monaco. Il “sacrificio” di Lorenzo Bandini non sarà vano: gli organizzatori si rendono conto che costringere i piloti a correre per oltre due ore e mezza fra le mille insidie di Montecarlo in modo da coprire i 300 chilometri regolamentari è una follia. Le indagini, infatti, stabiliranno l’errore umano del ferrarista, arrivato alla chicane in quinta marcia anziché in terza. Tuttavia qualche critica verrà rivolta anche ai soccorritori, troppo lenti nel domare le fiamme. Dal 1968 il Gran Premio di Monaco verrà limitato a 80 giri.

Quella di Bandini, a Maranello dal 1962, resterà una delle più grandi tragedie della storia della Ferrari e di tutta la Formula 1. Nato in Libia, all’epoca colonia italiana, nel 1935, e trapiantato in Romagna, Bandini cominciò a interessarsi di corse automobilistiche nel 1950, quando lavorava in un’officina milanese. La prima affermazione importante è del 1958 alla Mille Miglia, mentre l’esordio nella massima serie risale al 1961 con la poco competitiva Scuderia Centro-Sud: in tutta la stagione non collezionò nemmeno un punto. Tuttavia in inverno arrivò la chiamata di Enzo Ferrari, che lo portò a Maranello. Nel 1962 arrivò così il primo podio (GP di Monaco, 3° posto), mentre è del 1964 l’unica vittoria, al Gran Premio d’Austria.

Per quanto attiene la cronaca del GP di Monaco 1967, dopo l’incidente mortale occorso a Bandini, la vittoria va a Denis Clive Hulme su Brabham davanti a Graham Hill su Lotus. Lo sfortunato pilota romagnolo, partito dalla prima fila accanto a Jack Brabham, era scattato meglio di tutti ma nel corso del secondo giro era finito su una macchia d’olio perdendo tempo prezioso. Dopo il ritiro di Jackie Stewart (BRM), Bandini aveva provato a ricucire lo strappo con Hulme, senza riuscirci. Lo sforzo prodotto nel vano tentativo di rimontare è fra le cause dell’incidente al porto. Solo sei piloti finiscono la gara. 

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